lunedì 30 aprile 2007

Primo maggio, l'appello dell'Fnsi


Ecco cosa scrive l'Fnsi in occasione della festa dei lavoratori. «La Federazione Nazionale della Stampa ha rivolto un appello alle lavoratrici ed ai lavoratori, alle Confederazioni sindacali ed alle Istituzioni perchè sostengano la vertenza contrattuale dei giornalisti. La Fnsi ha chiesto che il testo sia letto durante le manifestazioni organizzate dai sindacati in occasione della Festa del lavoro». È quanto si legge in una nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Ecco il testo: «Care lavoratrici, cari lavoratori, i giornalisti italiani partecipano quest'anno alla festa del lavoro con un particolare impegno nella salvaguardia del diritto alla contrattazione, alla sicurezza e alle tutele sociali. Da 793 giorni gli editori dei giornali grandi e piccoli, quotidiani e periodici, rifiutano l'inizio stesso della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, applicato anche nelle altre aziende dell'informazione nazionale. Il Sindacato dei giornalisti ha inutilmente manifestato la disponibilità a confrontarsi con il cambiamento del sistema della comunicazione e la conseguente trasformazione della nostra professione. Il Governo per quattro volte ha proposto tavoli di confronto che sono stati respinti dalla Federazione degli Editori con la pretestuosa motivazione che i giornalisti non sono pronti a rinnovare le loro regole professionali». «La Federazione della Stampa -continua il comunicato- ritiene che questa situazione rappresenti un pericolo per i diritti fondamentali del mondo del lavoro, tenendo conto che tra gli azionisti dei gruppi editoriali vi sono i proprietari delle maggiori aziende del nostro Paese. I giornalisti hanno attuato finora ben 16 giornate di sciopero nazionale ed un numero molto alto di astensioni a livello aziendale, con un conflitto che si aggrava e si estende. Per questo, nel giorno della Festa del lavoro, rivolgiamo un appello ai cittadini, alle Confederazioni Sindacali e alle istituzioni perchè sostengano la lotta dei giornalisti per il rinnovo del contratto. La Fnsi ha deciso di sospendere le iniziative di mobilitazione in un primo tempo previste per ieri 30 aprile. Abbiamo infatti ritenuto di dover garantire l'informazione in occasione del 60° anniversario della strage di Portella della Ginestra e alla vigilia della Festa del lavoro. Se la situazione non cambierà- conclude Fnsi- purtroppo saremo però costretti ad attuare nuovi scioperi. Siamo certi che ci comprenderete e ci sosterrete».

Siete d'accordo?

Gli editori piangono ma intanto incassano i soldi dello Stato


Gli editori piangono miseria e parlano di crisi del settore: intanto incassano, a vario titolo, 600 milioni di euro all’anno dallo Stato e vantano bilanci con ricchi utili. C'è qualcosa che non va nell'editoria. Di sicuro c'è qualcosa che non funziona nel sindacato: per rinnovare un vertice poco incisivo e che ha commesso gravi errori sul fronte contrattuale, Quarto Potere si costituisce anche a Roma. E chiede ai colleghi cosa pensano di questa vertenza. A cosa sono disposti a rinunciare e cosa propongono di fare. Le proposte, le idee, i commenti si possono inviare online al blog o all'indirizzo mail quartopotereroma@gmail.com

Perché stiamo presenti anche nella Capitale


Recentemente un gruppo di giornalisti romani ha raccolto l'invito a dare vita - anche nella Capitale - al movimento. Una pattuglia di giornalisti stufa di sentirsi ripetere sempre le solite cose dalle solite persone. Tra noi ci sono giornalisti professionisti assunti a tempo indeterminato, colleghi che saltano da un contratto ad un altro, giovani alla ricerca di una qualche collocazione.


E diamo a tutti la possibilità di intervenire online con questo blog. Siamo preoccupati per il futuro di questo mestiere e per le nostre prospettive professionali. Il copia/incolla sembra diventato la regola e gli editori fanno di tutto per portare ad esaurimento la nostra pazienza. Nel sindacato, del resto, notiamo troppe contiguità e poca incisività. Siamo ancora in attesa di capire come mai lo sciopero lungo (quello dello scorso Natale) non sia stato proclamato prima delle elezioni politiche della primavera scorsa.


La decisione della Fnsi di rompere le trattative per un contratto-ponte, avvenuta in quell’ormai lontano 4 novembre 2005, è stata un grave errore. Oggi avremmo con ogni probabilità il nostro contratto rinnovato e - magari - in una successiva trattativa, coinvolgendo anche il governo, saremmo riusciti a spuntare maggiori tutele per i colleghi precari. Quasi tutti noi abbiamo attraversato l'inferno della disoccupazione. Ricordiamo bene quei giorni, e ci sono colleghi che, purtroppo, ancora combattono tra una collaborazione, un contratto a termine e un periodo di fermo forzato. Sta di fatto che, in questa vertenza contrattuale, sono stati già fatti 16 giorni di sciopero dei quotidiani senza riflettere sulla strategia per arrivare a un rinnovo in cui rischiamo di doverci solo difendere rispetto alle richieste degli editori, che pretendono più flessibilità volendo anche risparmiare sul costo del lavoro.


Nel frattempo, non si è lanciato neppure un vero e proprio stato di agitazione della categoria per convincere il governo a trascinare al tavolo delle trattative gli editori. Eppure, ogni anno lo Stato italiano sborsa oltre 600 milioni di euro in sovvenzioni all'editoria. E, in diverso modo, tutti i mezzi d’informazione ne usufruiscono. Negli ultimi 40 anni i giornalisti hanno fatto da laboratorio politico e sociale a tutte le innovazioni (belle e brutte) d'Italia. Siamo stati apripista nell'assistenza sanitaria complementare (Casagit), pionieri nella previdenza privata (Inpgi), sperimentatori a partire dal lontano 1987 per la previdenza integrativa (Fpcgi). Nel 1995 i contratti a termine sono fioriti nei giornali quando ancora la Legge Biagi era solo una teoria universitaria. I precari sono stati partoriti proprio dalla nostra categoria.


Se in passato - dopo un periodo da abusivo - si poteva ambire a diventare praticante, oggi questo meccanismo si è inceppato. Nelle redazioni si entra solo su "invito" e guai a non avere un bel documento che attesti la pratica di stagista. I praticanti a tempo indeterminato sembrano diventati una razza in via d'estinzione. Per non parlare del normale turn over nelle redazioni. E, anche ammesso che si riesca ad entrare in una scuola, superato l'esame è un'impresa ciclopica trovare un lavoro (pagato). Il governo intanto discute su come cambiare assetto al sistema dell'editoria. E a parte un formulario in burocratese noi, i diretti interessati, siamo lasciati al margine.


Temiamo che i giochi - sulla nostra pelle - verranno fatti da altri: poi noi dovremo subirne le conseguenze. Se è vero che l'Inpgi ha oltre 16mila iscritti paganti - che ogni mese versano i contributi - è altrettanto vero che i colleghi che lavorano ogni giorno per la magica macchina dell'informazione italiana sono almeno tre volte tanti: di cui molti senza regolare contratto. Il sindacato - dopo tanti giorni di sciopero negli ultimi 2 anni - appare un'entità lontana e ostile. Comunque non attenta ai veri problemi delle redazioni. E intanto i poveri colleghi che si prestano a fare parte dei Cdr - non è un mistero - subiscono vessazioni e attacchi personali dai direttori e dai rappresentanti delle aziende dove lavorano. In alcune testate è diventata un'impresa trovare candidati per rappresentare i colleghi.


Gli editori declamano ai quattro venti lo stato di crisi del settore ma poi sfornano bilanci miliardari a rotta di collo. C'è qualcosa che non va nell'editoria. Di sicuro c'è qualcosa che non funziona nel sindacato. Forse è il caso di cambiare anche le forme di lotta. C'è bisogno di una scossa e d'interrogarci per capire cosa sarà della nostra professione tra 10, 20 o 30 anni. Gli editori i loro calcoli li hanno già fatti. Se non proviamo ad immaginare il nostro futuro rischiamo di essere espulsi o peggio ancora macinati da un meccanismo diabolico.



Vogliamo cambiare il sindacato. Ma vogliamo soprattutto capire cosa i colleghi pensano di questa vertenza. A cosa sono disposti a rinunciare e cosa propongono di fare. Tra tante teste verrà fuori pure una buona idea... Se sei stufo anche tu, leggi il nostro blog: http://quartopotereroma.blogspot.com/. E intervieni proponendo un tema. Se giri questo messaggio ai tuoi colleghi ci farai (e ti farai) un favore

Documento elaborato da Antonio Castro con i colleghi del Coordinamento per la costituzione di Quarto Potere Roma