mercoledì 29 agosto 2007

Contratto, Damiano sto lavorando per voi. Si spera

«Sto lavorando per fare in modo che si crei il contatto giusto per sbloccare questo contratto». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, a margine della festa dell'Udeur, in corso a Telese, riferendosi alla vertenza contrattuale dei giornalisti. «Il sindacato dei giornalisti -ha ricordato- si è dichiarato disponibile a qualsiasi forma di discussione e gli editori si sono dichiarati indisponibili». «Ovviamente -ha rimarcato il ministro- non posso sostituire le parti sociali nella volontà di fare gli accordi. Ho aperto un tavolo di trattative di concertazione specifiche sul mercato del lavoro perchè vorrei intervenire in particolare sui temi relativi alla precarietà nel mondo del lavoro giornalistico».

venerdì 24 agosto 2007

Del Boca difende il diritto di cronaca e diffida il "giornalista" Corona



Torna con il l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, in provincia di Pavia, di nuovo il tema della privacy o meglio dove debba finire il diritto di cronaca e subentrare il diritto della persona. Inseriamo un intervento del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca, inviato ai colleghi dopo l’esplicita richiesta del procuratore della Repubblica di Vigevano, Alfonso Lauro, ai mass media "di fare un passo indietro e di non sbattere il mostro in prima pagina”


Ecco la risposta di Del Boca:


“Giornalisti, continuate a fare il vostro mestiere: vedere, indagare e raccontare per permettere alle persone di capire. Ma state attenti al rispetto della privacy e ai diritti delle persone. In casi come questo i giornalisti sono genericamente rispettosi. Raccontano la verità, non quella con la V maiuscola, pronti ad essere smentiti il giorno dopo. Ma devono continuare a farlo, nel rispetto del diritto-dovere di informare. La gente vuole sapere. Il nostro mestiere non e’ passare veline di fonti ufficiali. E’ normale seguire delle piste, anche se con alcune cautele”.


Quella di Del Boca è una difesa a spada tratta del nostro mestiere. Ecco perché "diffida", come presidente dell'Ordine del giornalisti, "Fabrizio Corona dall’utilizzare per se il titolo di giornalista che non appartiene e non gli compete". Corona, infatti, in ripetute dichiarazioni ha sostenuto di trovarsi a Garlasco in cerca di esclusive per 'raccontarè il delitto di Chiara Poggi e i suoi retroscena. "I colleghi continuino ad esercitare la loro professione con competenza, onesta, equilibrio e moralità" - ha affermato il Presidente dell’Ordine Lorenzo Del Boca- non sbattano il mostro in prima pagina ma non rinuncino al loro diritto-dovere d’informare. Però, alla larga da Fabrizio Corona". E poi ha aggiunto: "Corona è semplicemente un agente fotografico e in quanto tale non si può permettere di spacciarsi per giornalista la professione del giornalista comporta un’assunzione di responsabilità e un’attenzione per la deontologia e la morale cosa che Corona non conosce dove sta di casa".


Giornalisti in passerella sul litorale per Save for the Children


Esibizionisimo non manca nella casta dei giornalisti ma una volta lo mettiamo al servizio di una buona causa. Via penne, taccuini, computer, macchine fotografiche., microfoni e telecamere. Per una sera i giornalisti pontini si trasformano in «modelli». Sabato sera a Sabaudia per «ModaMedia», iniziativa di beneficenza che vede in passerella appunto gli operatori della comunicazione di Latina e provincia.

La raccolta dei fondi è destinata a sostenere la campagna internazionale di Save the Children «Riscriviamo il Futuro», che ha l'obiettivo di garantire un'educazione di qualità entro il 2010 a 8 milioni di bambini in 20 paesi in conflitto o post conflitto. L'evento, che inizia alle 21, è a ingresso libero ma si potranno fare delle donazioni durante la serata. L'appuntamento è in piazza del Comune.

giovedì 23 agosto 2007

La casa dei giornalisti, esiliati


In Francia, precisamente a Parigi, in 35, rue Cauchy, c'è un'associazione, fondata nel giugno 2000 da Danièle Ohayon e Philippe Spinau, che aiuta i giornalisti che chiedono asilo politico. Questi uomini e queste donne hanno scelto di esercitare la
professione di giornalista e di sostenere la nobile causa della libertà di stampa e per questa ragione sono stati costretti a lasciare il proprio paese contro la loro volontà. Solo i giornalisti possono beneficiare dei servizi e dell’appoggio della MDJ. Il compito di scegliere i candidati è stato delegato all’associatione “Reporter Senza Frontiere”.

Giornalisti esiliati di tutti i continenti
Dal 6 maggio 2002, data di apertura della MDJ, sono stati accolti circa 80 giornalisti provenienti dai seguenti paesi: Algeria, Armenia, Bangladesh, Bielorussia, Birmania, Cameroun, Cina, Congo, Costa D’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Cuba, Chad, Haiti, Pakistan, Siria, Togo, Tunisia e Yemen. Si tratta più spesso di uomini che di donne e l’età media è di 37 anni; la maggior parte di essi viene dal mondo della stampa e ha un’esperienza professionale che supera i dieci anni. La MDJ accoglie 30 all’anno (15 persone ogni 6 mesi).
Sei mesi di sostegno dal momento dell’esilio
La Maison des journalistes è nata a Bobigny (Seine St Denis) e ha preso possesso dei suoi locali definitivi a Parigi in rue Cauchy 35 (15° distretto) il 1 novembre 2003. Il nuovo edificio è stato costruito all’interno di una vecchia fabbrica in disuso, concessa dal Comune di Parigi e restaurata per ospitare la sede dell’associazione e le 15 camere a disposizione dei giornalisti.I giornalisti possono restarvi per un periodo massimo di sei mesi, periodo che corrisponde al tempo medio d’attesa per ricevere lo statuto di rifugiato. In seguito alla fuga il giornalista ha bisogno di sostegno, di un luogo dove poter ricevere consigli e di tempo per riflettere.

La MDJ offre ad ogni giornalista:• una camera singola; • un buono pasto di 8,50 € al giorno; • un abbonamento mensile per i trasporti urbani; • una carta telefonica al mese per un valore di 15 €;• la partecipazione alla redazione di un giornale;• attività culturali.

La solidarietà dei media francesi
La solidarietà dei media francesi (la stampa e i mezzi di comunicazione audiovisuali in generale) si esprime concretamente attraverso il finanziamento del 50% delle spese di funzionamento dell’associazione. L’altra metà è finanziata dal Fondo Europeo per i Rifugiati (concesso dalla Commissione Europea). Tutte le stanze dei residenti portano il nome di uno dei media.La redazione di un giornaleI giornalisti che risiedono alla MDJ realizzano ogni trimestre un giornale : « l’Oeil del’exilé » (« L’occhio dell’esiliato »). Questo lavoro periodico permette loro di praticare la professione che gli appartiene, oltre che di comprendere i meccanismi della stampa francese. Esiste anche una versione radiofonica del « Œil de l’exilé ».
Progetti futuri
La MDJ si propone di promuovere la creazione di altre strutture simili in tutta Europa al fine di dare vita ad un vera e propria “rete”. In Francia, sono già in atto diversi partenariati con scuole di giornalismo e altri organismi di formazione.
(Nella foto Philippe Spinau, direttore dell'associazione)

martedì 21 agosto 2007

Caso E-polis, forse una svolta


Sembra profilarsi una svolta nella vertenza del gruppo E-Polis dei 15 quotidiani a distribuzione mista, le cui pubblicazioni sono state sospese dal 17 luglio scorso con oltre 130 giornalisti messi in cassa integrazione. In serata si è svolta a Cagliari un'assemblea convocata dal cdr, alla quale ha partecipato anche il presidente della Fsni Franco Siddi. L'editore Nicola Grauso, proprietario del Gruppo, aveva annunciato, con un sms ai giornalisti, importanti novità. Secondo alcune indiscrezioni, pubblicate oggi sul sito «altravoce.net», sarebbero in corso trattative di cessione. Tra gli acquirenti indicati, l'imprenditore trentino Alberto Rigotti, fondatore della banca d'affari Abm Network e vice presidente della Infracom, che - stando al sito Internet - avrebbe già concluso trattative per 50 milioni di euro con Grauso, aggiudicandosi la proprietà di maggioranza della catena editoriale. Sempre secondo la testata on line, sarebbero in corso contatti anche con altri gruppi editoriali. I giornalisti di e-Polis potrebbero, quindi, ritornare molto presto al lavoro o dalla fine del mese di agosto o dall'inizio di settembre.

LEVI AD ABRUZZO, MAI PARLATO DI ABROGAZIONE ORDINE

Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenze del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, replica a Franco Abruzzo che aveva commentato le sue dichiarazioni pronunicate in dibattito di «Cortina Incontra», dedicato alla crisi dei giornali, affermando di non aver mai parlato di abrogazione dell'ordine dei giornalisti: «A Cortina ho detto che, come dimostrano con chiarezza le esperienze dei diversi paesi, ci può essere grande giornalismo con o senza un ordine professionale. Ho aggiunto che il testo unico dell'editoria per il quale il governo chiederà una delega al Parlamento, si dovrà occupare, nel quadro della sistemazione dell'intera normativa sull'editoria, anche dell'Ordine, ma ho precisato che la riforma dell'Ordine è questione che riguarda e compete innanzitutto ai giornalisti». «Ti sembrano affermazioni scandalose -domanda Levi ad Abruzzo- Dove ci leggi l'annuncio della prossima abolizione dell'Ordine? E dove le trovi in contraddizione con quanto ti ho scritto l'ultima volta? Davvero, credo che abbiamo tutti tanto lavoro da fare e da fare possibilmente insieme. Ma non creando inutili allarmi». Abruzzo prende atto delle parole di Levi e specifica di aver voluto rispondere a quanto riportato delle affermazioni dello stesso Levi in un lancio di agenzia che, scrive, «non riportava le tue parole precise e che io ignoravo». Abruzzo definisce comunque di «ampiezza allarmante» la «delega che il Governo ha chiesto al Parlamento sul piano della 'attuazione delle norme costituzionali in tema di libertà di manifestazione del pensierò» e suggerisce, come «opportuno», un incontro di Levi con Lorenzo Del Boca, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, «anche per sgomberare il terreno dagli equivoci, creati dai documenti curati nel dicembre 2006 dal professor Cheli e dalla stesura del ddl sull'editoria del 3 agosto nella parte in cui trasferisce all'Agcom la registrazione delle testate, togliendola ai Tribunali, norma voluta dai padri costituenti», conclude Abruzzo.