lunedì 17 dicembre 2007

Congresso Fnsi ecco cosa è accaduto

Tutto come previsto: Franco Siddi segretario, Roberto Natale presidente. La Fnsi esce dal Congresso con la stessa maggioranza di prima. E con una prospettiva contrattuale in cui si discuteranno anche gli scatti d’anzianità. Quarto Potere non fa parte della maggioranza. Ma qualche idea l’abbiamo proposta: e non ci fermeremo. Intanto abbiamo raddoppiato i nostri consiglieri nazionali, da 2 a 4: con un totale ricambio, infatti Stefano Camozzini ed Edmondo Rho non si sono ricandidati e sono stati eletti Gianni Antoniella, Denis Artioli, Antonio Castro e Daniela Stigliano. Un segnale di rinnovamento mentre nella maggioranza spicca la mancata riconferma di Raffaele Fiengo nel consiglio nazionale Fnsi (si è candidato ma è arrivato primo dei non eletti).

Franco Siddi è il nuovo segretario della Fnsi, Roberto Natale è il presidente. Tutto come previsto prima ancora dell’apertura dei lavori congressuali. E senza accordo con le opposizioni. Al termine del Congresso di Castellaneta Marina, poco dopo l’alba del 30 novembre, nell’aula ormai semi deserta è stato fatto suonare ad altissimo volume l’inno sovietico: sarcastica scelta di un esponente emiliano della maggioranza.

Sarebbe stato meglio far suonare ‘Nessun dorma’. Nella notte, infatti, pochi delegati sono riusciti a fare qualche ora di sonno dopo la spaccatura sulla mozione presentata dalle opposizioni con l’impegno a non intaccare i diritti acquisiti come gli scatti di anzianità. La mozione è stata illustrata (con la voce rotta dall’emozione, per il mancato accordo con la maggioranza) da Giovanni Negri, presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti: obiettivo, “mantenere gli scatti di anzianità in percentuale sia per i giornalisti già contrattualizzati, sia per i nuovi assunti”. Invece, dopo un acceso dibattito, è passata una mozione emendata dalla maggioranza con un impegno “a difendere gli automatismi economici nell'ambito di una complessiva definizione contrattuale che garantisca la progressione professionale e retributiva dei giornalisti”.

Alcune brevi considerazioni:

a. La parola ‘scatti’ è stata cancellata dalla mozione: e questo preoccupa in vista della fase contrattuale che si dovrebbe aprire dopo oltre mille giorni senza rinnovo.

b. Il direttore della Fieg Alessandro Brignone aveva spiegato al Congresso le condizioni degli editori per discutere del contratto: flessibilità, multimedialità e costo del lavoro.

c. Il segretario Fnsi uscente, Paolo Serventi Longhi, replicando a Brignone ha invitato comunque ad accettare l’agenda contrattuale dettata dagli editori.

d. Il neo segretario Franco Siddi nel suo primo discorso (breve, 7 minuti, e apprezzabile per i toni) ha assicurato la ‘discontinuità rispetto agli editori’. Speriamo in bene.

e. A partire dal 2001, molti di noi chiedono invano che i contratti siano sottoposti a referendum. Una mozione approvata l’ultima notte prevede questa ipotesi: solo per il contratto Fieg, la maggioranza non ha voluto estenderla al contratto Aeranti Corallo.

f. Ma le regole del referendum non ci sono e vanno definite dalla Giunta e dal Consiglio nazionale: il rischio è che la maggioranza detti le ‘sue’ regole per fare approvare il ‘suo’ contratto. E in questo caso si andrebbe all’implosione della Fnsi.

Il Congresso, insomma, è stato solo un passaggio. Ora la prova è sul contratto. La maggioranza aveva scelto i suoi candidati prima ancora delle elezioni, avvenute a ottobre. E li ha confermati a colpi di maggioranza: Siddi è stato eletto segretario con 199 voti su 310 delegati in Congresso. Natale è stato eletto presidente in Consiglio nazionale con 83 voti favorevoli, 18 schede bianche, 6 nulle e 2 disperse.

L’elezione dei 30 consiglieri nazionali votati dal Congresso ha dato questi risultati: 19 seggi alla maggioranza (non è stato eletto Raffaele Fiengo, storico leader del cdr del Corriere della Sera ora in pensione, che è il primo escluso), 7 alla lista ‘Uniti per il contratto’ (Quarto Potere, Stampa Democratica, Puntoeacapo e altri candidati di Toscana, Campania e Sicilia), 3 a un’altra lista di opposizione (con candidati del Movimento liberi giornalisti di Milano, di Stampa romana e di Calabria, Piemonte e Sicilia) e 1 alla lista di ‘Senza bavaglio’.

Noi di Quarto Potere abbiamo raddoppiato i consiglieri nazionali, passando da 2 a 4 (tra quelli votati in Congresso e della delegazione lombarda). Dando anche un segnale di rinnovamento: eravamo due consiglieri uscenti, Stefano Camozzini e il sottoscritto, e non ci siamo ricandidati. Sono di prima nomina tutti i quattro nuovi consiglieri: in ordine alfabetico, Gianni Antoniella (del cdr Hachette Rusconi, redazione di Gente Motori), Denis Artioli (del cdr della Provincia Pavese, redazione di Vigevano), Antonio Castro (già cdr di Libero, ora a Libero Mercato, responsabile di Quarto Potere Roma) e Daniela Stigliano (del cdr Rcs Periodici, inviato de Il Mondo e vicepresidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti). Inoltre abbiamo eletto nel collegio nazionale dei probiviri un altro collega di Quarto Potere: Antonio Massa (del cdr Domus, redazione di Tuttotrasporti).

Sì, abbiamo eletto molti colleghi di cdr: per cercare di riavvicinare la Fnsi alle redazioni. Cercando anche di far riflettere il Congresso con due bellissimi interventi finali di delegati di Quarto Potere: Anna Del Freo (del cdr del Sole 24 ore), che potete leggere su

http://www.quartopotere.org/news/index.php?option=com_content&task=view&id=283&Itemid=1

e Andrea Nicastro (inviato del Corriere della Sera, già cdr e ora delegato sindacale degli inviati) che trovate a questo indirizzo

http://www.quartopotere.org/news/index.php?option=com_content&task=view&id=286&Itemid=1

Il mio intervento invece è stato all’inizio, il primo giorno, proponendo un ragionamento di discontinuità e unità al tempo stesso:

http://www.quartopotere.org/news/index.php?option=com_content&task=view&id=280&Itemid=1

Anche l'intervento di Francesca Mineo, delegata di Quarto Potere e unica giornalista presente degli uffici stampa non profit, che trovate su

http://www.quartopotere.org/news/index.php?option=com_content&task=view&id=282&Itemid=1

è stato apprezzato: l’ordine del giorno su questo argomento è passato in Congresso come raccomandazione. Insieme ad altri delegati, abbiamo preparato un documento per la tutela di tutti i colleghi degli uffici stampa: per quanto la mozione sia stata sostenuta da numerosi colleghi al Congresso, è stata respinta perché ‘fuori linea’ rispetto a quanto sostiene la Fnsi sull’applicazione della legge 150/2000 nella Pubblica amministrazione. Si tratta di far funzionare la ragione: perciò continueremo a lavorare per il bene della categoria anche in questo ambito.

Non ci siamo riusciti, a convincerli: non ci hanno dato retta perché le loro decisioni erano state già prese prima dell’inizio dei lavori. Sul documento finale della maggioranza, infarcito di ovvietà e mai fatto circolare prima in Congresso, ha parlato Andrea Nicastro dando voce alla ribellione contro questa gestione arcaica della Fnsi che non dà reale rappresentanza ai giornalisti che lavorano: e protestando contro la struttura stessa dei lavori congressuali voluti così dalla maggioranza, ma anche criticando l’opposizione che non ha saputo cambiarne i metodi. Dopo di che, alla fine, io ho avuto l’onere di illustrare il documento che in maniera trasparente (era già online da oltre 24 ore) avevamo proposto alla maggioranza come base programmatica per una gestione unitaria: il documento è stato respinto. Ma se lo leggete sul nostro sito:

http://www.quartopotere.org/news/index.php?option=com_content&task=view&id=281&Itemid=1

forse capirete che contiene le uniche idee innovative per salvare un sindacato capace di rappresentare non i cosiddetti ‘giornalismi’, ma tutti i giornalisti.

Edmondo Rho

lunedì 26 novembre 2007

XXV congresso dell'Fnsi

È dedicato a Enzo Biagi, «maestro del giornalismo» appena scomparso, il XXV congresso della federazione nazionale della stampa italiana che si è aperto oggi a Bari. Idealmente, però, i lavori congressuali sono stati dedicati dal segretario uscente, Paolo Serventi Longhi, anche ai giornalisti uccisi «mentre esercitavano il diritto dovere di informare: Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Maria Grazia Cutuli, Enzo Baldoni, i colleghi della Rai di Trieste Raffaele Ciriello e Antonio Russo». Serventi Longhi ha ricordato anche i giornalisti e loro congiunti «uccisi, feriti o minacciati dalla criminalità organizzata, e tra questi due giornalisti dell'Ansa che erano presenti nel teatro Piccinni dove si è svolta la cerimonia: Lirio Abbate, della redazione di Palermo, che vive sotto scorta perchè minacciato dalla mafia, e Alberto Spampinato, quirinalista, fratello di Giovanni, giornalista dell'Ora ucciso dalla mafia a Ragusa quando aveva 22 anni. Alla cerimonia di apertura hanno partecipato anche, oltre al presidente del Senato, Franco Marini, un altro maestro di giornalismo, Sergio Zavoli, il presidente della Fnsi, Franco Siddi, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e il sindco di Bari, Michele Emiliano, insieme con il presidente dell'Associazione regionale della Stampa, Felice Salvati.
Naturalmente ci siamo anche noi di Quarto Potere sperando che non valga il gattopardiano "bisogna che tutto cambi perché tutto resti com'è".

venerdì 2 novembre 2007

Fnsi, a Roma la maggioranza non ha più la maggioranza!

Storico risultato a Roma: la lista della maggioranza Fnsi uscente non ha più la maggioranza di delegati professionali, ma pareggia con tutte le liste di opposizione. Sul nostro sito, le informazioni in sintesi, il commento di Quarto Potere (che a Roma ha contribuito al successo della lista "Puntoeacapo - Insieme per il contratto") e tutti i voti ottenuti dalle liste e dai singoli candidati con un link al sito di Stampa Romana.

La lista della maggioranza uscente, "Autonomia e Solidarietà Giornalisti Uniti", ottiene nel Lazio 23 delegati professionali al congresso Fnsi (primi eletti, Roberto Natale e Silvia Garambois) e altrettanti 23 delegati vanno alle liste di opposizione: 15 a "Puntoeacapo - Insieme per il contratto" in cui erano candidati anche i colleghi di Quarto Potere Roma (primi eletti, Silvana Mazzocchi e Pierluigi Franz), 7 a "Stampa Romana - L'alternativa" (primi eletti, Paolo Corsini e Massimo Signoretti) e 1 delegato a "Nuovo impegno per i diritti" (unico eletto Dany Aperio Bella) mentre non ha ottenuto delegati la lista "Senza bavaglio".

Analogo il risultato per il congresso di Stampa Romana, che si svolgerà dopo quello Fnsi: su 60 delegati professionali "Autonomia e Solidarietà Giornalisti Uniti" ne ottiene 30, mentre 20 vanno a "Puntoeacapo - Insieme per il contratto", 9 a "Stampa Romana - L'alternativa" e 1 a "Nuovo impegno per i diritti". Non ha ottenuto delegati professionali la lista "Senza bavaglio".
Un piccolo passo per Quarto Potere Roma, un grande passo per il sindacato
La maggioranza uscente Fnsi non ha più la maggioranza dei delegati professionali nella Capitale! E a questo storico risultato ha dato anche il suo contributo Quarto Potere Roma.

I nostri candidati erano Marianna Bartoccelli (55 voti) e Antonio Castro (48 voti) per il Congresso Fnsi, Ettore Colombo (34 voti) e Monica Raucci (29 voti) per il Congresso di Stampa Romana: non abbiamo preso seggi ma i nostri voti non sono stati pochi, anche considerando che era la prima volta che ci presentavamo a Roma.

Soprattutto, non abbiamo disperso inutilmente i consensi dei colleghi: grazie anche al nostro apporto, la lista "Puntoeacapo - Insieme per il contratto" con la quale abbiamo condiviso questa esperienza, ha preso molti più voti della scorsa volta. Insomma, l'opposizione avanza. Il Congresso della Fnsi si preannuncia interessante. E Quarto Potere Roma troverà il modo, anche in termini organizzativi, di dare un seguito a questa nostra prima partecipazione elettorale al di fuori della Lombardia.

Grazie a tutti voi

Messaggio di ringraziamento a chi ci ha votato (e anche a chi non lo ha fatto perché non può permettersi di pagare 300 euro di arretrati)
Grazie a tutti. Era la prima volta che Quarto Potere a Roma correva (nella lista Puntoeacapo) per i Congressi Fnsi e Asr, e i risultati sono stati molto incoraggianti. Certo non andremo come Quarto Potere (Roma) ai Congressi di Fnsi e Asr, ma abbiamo contribuito con gli amici di Puntoeacapo a rosicchiare voti alla maggioranza. E questo ci premeva, più della candidatura personale. Insomma, opposizione e maggioranza nel Lazio pari sono. Il che apre nuovi scenari in vista dei Congressi.

Se volete i risultati e i voti di tutti i candidati potete trovarli cliccando qui:
http://www.stamparomana.it/Prima_pagina/articoli_2007/cartella-ottobre/plonearticle.2007-10-29.2955075419
E forse questa volta i vertici attuali della Federazione riusciranno ad ascoltare la voce di chi da 1000 giorni chiede un ripensamento sulla strategia sindacale.

Ancora grazie a tutti: per i voti e per la simpatia
i "vostri" quattro candidati

Marianna Bartoccelli
Monica Raucci
Ettore Colombo
Antonio Castro

martedì 23 ottobre 2007

Premio cronista 2007

Sono Fabio Jouakim, del Mattino di Napoli, e Donatella Gori, del Giornale radio Rai, i vincitori del "Premio Cronista 2007 - Piero Passetti" che verrà consegnato a Viareggio martedì 20 novembre. Lo ha deciso all'unanimità la Giuria riunita ieri a Roma che ha esaminato le oltre 50 candidature dei cronisti della carta stampata, della informazione radio-teletrasmessa e dei nuovi media giunte da tutta Italia.
Jouakim è stato premiato per aver scoperto che 650 vigili urbani partenopei, un terzo dell'intero organico, erano affetti dalla "sindrome dell'incrocio" e pertanto non in grado di lavorare sulla strada. Gori ha svolto una accurata inchiesta sulle centinaia di morti da cancro che l'amianto contenuto nelle navi ha provocato tra gli operai dei cantieri ed i marittimi.
La Giuria ha poi assegnato i riconoscimenti speciali messi a disposizione dalle più alte Istituzioni al Servizio regionale Lazio dell'Agenzia Dire, a Marino Bisso e Carlo Picozza (La Repubblica), Mario Consani (Il Giorno), Ugo Dinello (La Nuova Venezia), Gabriella Fortuna (TgR Trieste), Luigina Giliberti ( Il Corriere della sera), Antonello Lai (Videolina),Flaviano Masella, (Rainews24), Giampiero Rossi (L'Unità).
Il 20 novembre, inoltre, Lirio Abbate, dell'Ansa di Palermo, riceverà il Premio Città di Viareggio, e l'Unci consegnerà un riconoscimento ai 13 giornalisti del Secolo XIX e del Corriere Mercantile di Genova condannati per aver pubblicato l'identikit del maniaco che da 2 anni aggrediva giovani donne nei portoni dei palazzi.

giovedì 18 ottobre 2007

Sveglia, cari giornalisti



Sveglia, cari giornalisti. E' il titolo di un'intervista rilasciata da Edmondo Rho, inviato di Panorama e leader di ‘Quarto Potere’ e pubblicata oggi dall'Opinione. In poche righe è sintetizzata la sfida di Quarto Potere e il significato che oggi riveste la parola sindacato.


Sveglia, cari giornalisti

Edmondo Rho: “La sfida è l’autonomia dalla politica. Non è ‘di sinistra’ chi si è dimostrato incapace di difendere i lavoratori”


di Gianmarco Lucchi

Il contratto dei giornalisti è scaduto da quasi mille giorni e la Fnsi si appresta a celebrare, a fine novembre, il suo 25° congresso senza averne ottenuto il rinnovo. Una crisi senza precedenti per il sindacato dei giornalisti: le elezioni dei delegati al congresso sono in calendario a fine ottobre. E il segretario Paolo Serventi Longhi non potrà essere riconfermato, in base allo statuto: è al vertice Fnsi dal maggio 1996 e in 11 anni ha chiuso un solo contratto (peraltro molto contestato) nel 2001. Ciò nonostante, Serventi nei giorni scorsi ha dichiarato che dopo il congresso verrà il contratto: “Credo si possa chiudere. Sono ottimista”, ha aggiunto il segretario. Davvero i giornalisti italiani possono ancora sperare, quando Serventi si farà da parte, in un contratto? E con quale nuovo gruppo dirigente?

Lo abbiamo chiesto a Edmondo Rho, inviato di Panorama e leader di ‘Quarto Potere’, uno dei principali gruppi di opposizione all’attuale segreteria della Fnsi. “Vorrei condividere l’ottimismo di Serventi Longhi. Ma non ci riesco. Mi sembra miopia, più che altro. Come quella dimostrata dalla maggioranza uscente del sindacato, che due anni fa rifiutò un accordo-ponte con il rinnovo della parte economica che avrebbe portato 140 euro al mese in busta paga: invece abbiamo fatto, inutilmente, altri 17 giorni di sciopero e ogni giornalista così ci ha rimesso finora almeno 3.000 euro netti”, ricorda Rho.


Ora c’è il congresso, e si discute su una possibile gestione unitaria. E’ la formula per uscire dal vicolo cieco in cui è finito il sindacato con l’attuale segreteria?

"Sicuramente bisogna cambiare e modernizzare la Fnsi. E spero che la maggioranza uscente eviti di riproporre candidature di colleghi al vertice che sono ormai lontani dalla professione: i giornalisti non possono più essere rappresentati da chi non ha scritto un articolo o fatto un titolo per il suo giornale negli ultimi 5, 10 o 15 anni. Il nostro sindacato, unico e unitario, può essere salvato dalla disfatta solo riunendo le forze migliori della categoria: oggi occorrono sia un rinnovamento, sia una svolta professionale nella Fnsi.Lei cita, credo apposta, i nomi di due antiche correnti sindacali (Rinnovamento e Svolta professionale) che erano l’una contro l’altra armate nella Fnsi degli anni ’80…Sì, e poi i loro seguaci fecero l’accordo, all’inizio degli anni ’90, quando Giorgio Santerini era segretario della Fnsi e si alleò con Beppe Giulietti, leader dell’Usigrai. Oggi dobbiamo tornare ad avere una grande forza: non dico come allora, perché purtroppo la nostra categoria nel frattempo si è molto indebolita… Ma bisogna provarci. E ricordiamo bene una cosa fondamentale: i nostri nemici non sono i colleghi che la pensano in maniera diversa, bensì gli editori che, anche approfittando degli errori commessi dai vertici del sindacato, ci negano il rinnovo contrattuale".

Recentemente Franco Abruzzo, ex presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, ha invitato lei, Rho, a guidare l’opposizione a Serventi. Come risponde?

"Il problema non è personalizzare la contesa politico-sindacale, considerando tra l’altro che Serventi uscirà in ogni caso di scena, ma trovare nuove intese. A partire dal programma: noi di Quarto Potere siamo stati gli unici a presentare un documento, con proposte sui temi da discutere, durante i lavori della commissione preparatoria del Congresso. Comunque, ringrazio Abruzzo che mi ha definito ‘vecchio socialista di sinistra’: è vero. In generale, noto però una grottesca riproposizione di categorie della politica che oggi tra i giornalisti non hanno più senso: ai nostri congressi non votiamo, per fortuna, su liste collegate a Berlusconi, Prodi o Veltroni. La vera sfida per il nostro sindacato, e per tutti i giornalisti, è l’autonomia dalla politica.

Ma non c’è il rischio che nel sindacato si ripropongano tentazioni di egemonia? "Certo, il rischio c’è. Per esempio, non capisco come la corrente di Nuova Informazione (i sostenitori di Serventi a Milano, ndr) possa rivendicare, oltre alla presidenza dell’Ordine regionale, anche quella dell’Associazione lombarda dei giornalisti. Ma di queste tentazioni riparleremo dopo il voto, a fine ottobre".

Nuova Informazione va alle elezioni etichettata come gruppo di sinistra: giusto?"

"Sbagliato. Sono di sinistra ma sembrano di destra? O di centro? In realtà, oggi va fuori tema chi cerca di attribuire un’etichetta politico-partitica a una corrente sindacale tra i giornalisti. Infatti noi di Quarto Potere siamo un gruppo trasversale che pensa realmente e prioritariamente ai meriti, ai diritti, ai doveri e ai bisogni dei colleghi. E uno degli slogan del nostro programma, non a caso, è: sindacato, più servizi, meno politica.

E cosa risponde a chi invece affibbia a voi di Quarto Potere l’etichetta di liberisti o addirittura di berlusconiani?

"E’ solo diffamazione. Noi siamo senza etichetta: mi sembra una sporca manovra per raccattare voti marciando sulle idee politiche, legittime, dei colleghi. Io non mi sono mai preoccupato di sapere per chi vota alle elezioni politiche un giornalista che aderisce al nostro gruppo: mi basta che condivida il manifesto e il programma di Quarto Potere. Poi, magari, parlando tra amici scopriamo che uno dei nostri vota Rifondazione Comunista, un altro è di An: eppure sulla politica sindacale si ritrovano d’accordo con me, giornalista democratico, riformista e ‘vecchio socialista di sinistra’".

Lei insiste… allora, la sinistra riformista è rappresentata da voi di Quarto Potere?

"Sì, in buona parte. Facciamo chiarezza: definirsi ‘di sinistra’ non può significare far parte di un club e poi gestire in modo sciagurato la Fnsi! Per me essere di sinistra vuol dire stare dalla parte dei più deboli: cioè, in questo caso, dei giornalisti, spesso mal pagati e marginalizzati a vantaggio di logiche commerciali che, puntando soprattutto su marketing e pubblicità, sviliscono la professione. Dobbiamo riprenderci il Quarto Potere: sennò ci distruggono, come un vaso di coccio tra i due vasi di ferro del potere politico e del potere editoriale-bancario-industriale. Perciò lo dico chiaramente: la maggioranza Fnsi uscente non è ‘la sinistra’, sono semplicemente sindacalisti che hanno fallito il loro compito anche quando avevano governi ritenuti “amici“ loro. E magari si rivelano invece più amici degli editori che dei giornalisti".

E quindi, come potrà essere il futuro sindacato unitario dei giornalisti?

"Dobbiamo ritrovare l’orgoglio della nostra professione. E ridare credibilità al sindacato. Molti anni fa, grandi giornalisti erano al vertice delle nostre organizzazioni: ricordo da un lato Giovanni Giovannini, che fu presidente dell’Associazione stampa subalpina prima di passare alla Fieg, dall’altro Walter Tobagi, che prima di essere ammazzato dai terroristi continuò sempre a lavorare come inviato del Corriere della Sera anche facendo il presidente dell’Associazione lombarda. Più recentemente Sandro Curzi, per esempio, passò dalla segreteria della Fnsi alla direzione del Tg3 dove, malgrado il soprannome di ‘TeleKabul’, realizzò il telegiornale con grande professionalità. Oggi noi di Quarto Potere abbiamo una lista trasversale con inviati, capi redattori, precari e giornalisti grafici: siamo dentro le redazioni, nei cdr, tra i freelance e i pubblicisti degli uffici stampa, nei gruppi di specializzazione sindacali. Siamo tutti giornalisti impegnati nella professione: proprio per ricostruire una politica sindacale credibile, diciamo basta ai professionisti del sindacato annidati nella casta burocratica della categoria".

mercoledì 17 ottobre 2007

Ecco il listone


PER VEDERE BENE I NOMI BASTA CLICCARCI SOPRA!

lunedì 15 ottobre 2007

Perché votare Quarto Potere

Quarto Potere: in sintesi, le nostre idee


Mille giorni senza contratto. Negli ultimi 11 anni la Fnsi ha firmato un solo contratto, molto contestato, nel 2001.
Negli ultimi due anni, il mancato avvio delle trattative e gli scioperi inutili sono costati 3 mila euro netti a ogni giornalista. E gli editori approfittano senza scrupoli degli errori del sindacato. Bisogna cambiare!
Quarto Potere, da sempre opposto a questa gestione della Fnsi e fortemente coinvolto negli ultimi anni nella Lombarda, vuole ricostruire un sindacato innovativo, incisivo e unitario.


Qualità, deontologia e retribuzioni. Riconoscere la professionalità e impegnare il sindacato per un forte recupero delle retribuzioni.

Una buona pensione per tutti i giornalisti, facendo rendere meglio il patrimonio dell’Inpgi. Un esempio: vendere le case agli inquilini.

Differenti percorsi di carriera, passaggi tra desk e scrittura vanno previsti nel contratto, favorendo il cambio di ruoli professionali.

Flessibilità senza precariato
. Contratti a termine e collaborazioni devono essere più costosi per gli editori rispetto al lavoro a tempo indeterminato. E va superato il limite imposto dall’esclusiva.

Multimedialità e formazione. Bisogna portare la multimedialità all’interno di regole contrattuali. E imporre agli editori investimenti su formazione e aggiornamento professionale.

No ai contratti differenziati.
Basta con i giornalisti di serie A, B o Z. Meglio un accordo quadro, articolato per i diversi giornalismi.

Freelance ben pagati, compensi equiparabili ai colleghi assunti, tariffario minimo e pagamenti entro 30 giorni dalla consegna.

Uffici stampa, giornalismo grafico, fotogiornalismo: professionalità, rispetto delle regole e compensi adeguati anche in questi settori.

Sindacato, più servizi, meno politica: basta con le posizioni ideologiche. Diamo consulenza per riqualificazione professionale e ricerca del lavoro. Uno sportello per i Cdr.

“Riprendiamoci il Quarto Potere” era il nostro motto iniziale, nel 1999. Oggi, per ritrovare l’orgoglio della professione giornalistica, ci poniamo un’altra sfida: vogliamo ricostruire il nostro sindacato.


PER CAMBIARE DAVVERO,
VOTA QUARTO POTERE

Programma completo, liste dei candidati, notizie utili e consulenza: www.quartopotere.org

giovedì 11 ottobre 2007

"Quarto Potere" con "PuntoeaCapo" alle elezioni del Fnsi

Dal 25 al 28 ottobre 2007 si svolgono le elezioni per i delegati al VI congresso dell’Associazione Stampa Romana e per i delegati al XXV° congresso della Fnsi. Quattro candidati di Quarto Potere Roma aderiscono alle liste (Fnsi e Asr) e si presenteranno con la lista "PUNTOEACAPO INSIEME PER IL CONTRATTO"

Per il nazionale:
Marianna Bartoccelli (Cdr Il Giornale)
Antonio Castro (Libero, ex fiduciario della Redazione romana).

Per Stampa Romana:
Monica Raucci (Precaria Sky)
Ettore Colombo (freelance, già Riformista)

Qui sotto foto, vita, morte e miracoli dei magnifici quattro

- MARIANNA BARTOCCELLI -





Marianna Bartoccelli, siciliana doc prestata alla Capitale (fiduciaria redazione romana Il Giornale) dove lavora da 7 anni. E' stata anche direttrice, in passato, del quotidiano palermitano "Mediterraneo" per poi passare alla guida del quotidiano "Oggi Sicilia". E' stata anche tra le promotrici del Coordinamento nazionale delle donne giornaliste all'inizio degli anni Ottanta, oltre ad aver partecipato a diversi momenti dell'attività sindacale nel corso della sua carriera. Ha vissuto per 3 anni nelle isole Eolie dirigendo la tv locale "Teleisole" (ovviamente), esperienza che i colleghi le invidiano... Adora viaggiare e bagnarsi in mari blu.

- ANTONIO CASTRO -


Antonio Castro. 40 anni (appena compiuti). Abusivo (1991) a Ore 12, praticante e redattore. Dal 1995 all'Informazione di Pendinelli. Poi precario Rai per 7 anni. Dal 2001 a Libero. Cdr dal 2003 si è dimesso dopo lo scandalo Farina. Ritiene che il sindacato dei giornalisti non dovrebbe essere caratterizzato politicamente. E soprattutto che Inpgi e Casagit debbano adeguarsi ai tempi che cambiano, prevedendo nuove forme di tutela per i lavoratori atipici (co.co.pro, t.d, collaboratori, consulenti, freelance, canguri involontari della professione, etc). Adora la cucina italiana (basta guardarlo), Gengis Khan e i romanzi d'avventura. E la sua paziente fidanzata...

- MONICA RAUCCI -


Monica Raucci, professionista romana 32 enne, laureata in Filosofia, Ifg di Urbino. Ha all'attivo contratti con società di produzioni televisive e con Sky (programmi e Tg) e diverse collaborazioni in carta stampata (Panorama, Libero, 9colonne). Pur facendo di fatto sempre la giornalista, per gli editori è stata ora autrice, ora regista, ora valletta, ora tecnico delle luci, tanto che in questo momento vanta 3 posizioni previdenziali aperte.
Difende pochi ma chiari punti fermi:1)sotto i 20 euro a pezzo non si chiama compenso, ma elemosina 2) pagare oltre i 4 mesi per un pezzo non si chiama ritardo, ma sciacallaggio 3) Non pagare pezzi commissionati solo perché si decide di non pubblicarli ha un nome ma vietato ai minori di 18 anni 4) Agevolare gli editori in tutto questo, permettendo loro oltretutto di pagare solo il 2% di contributi previdenziali, è istigazione a delinquere.

- ETTORE COLOMBO -


Ettore Colombo, classe 1968, ha frequentato l’Ifg di Milano, ha lavorato nei settimanali Diario e Vita, ha scritto ed è stato in redazione per i quotidiani Liberazione, OG, Europa e il Riformista, oggi è consulente per la comunicazione della vicepresidenza del Senato e collabora con diverse riviste. Membro del cdr in diversi giornali (Diario, OG, Europa), si è sempre impegnato sul fronte sindacale, ha fondato e diretto a lungo un gruppo di giornalisti impegnati sul fronte della pace e dei diritti umani (“Inviati di pace”). Ha passioni (politica italiana, storia contemporanea, Internazionale FC) e manie (lirica, pipe, soldatini). Si considera (ancora) di sinistra e occupandosi da anni di questioni sindacali, crede che il sindacato abbia ancora una funzione e un senso persino per dei giornalisti.

martedì 9 ottobre 2007

Confindustria sbarca sur Bionno Tevere: Nasce «Il Sole 24 Ore Roma»

Debutterà domani in edicola il nuovo supplemento settimanale di informazione economica e di servizio dedicato a Roma e al Lazio «Il Sole 24 Ore Roma» con un'inchiesta sui veri conti della sanità laziale. Il supplemento è stato presentato questa mattina al Tempio di Adriano, presenti il presidente ed il direttore de «Il Sole 24 Ore», Giancarlo Cerutti e Ferruccio de Bortoli, il sindaco di Roma Walter Veltroni.
Il supplemento, in edicola ogni mercoledì con il quotidiano, racconterà i punti di forza e le debolezze del sistema produttivo di Roma e del Lazio attraverso approfondimenti, analisi, inchieste, interviste e commenti. Al centro del primo numero, oltre alla sanità, ci sarà anche un'inchiesta sul piano regolatore ed un inserto tecnico dedicato all'approfondimento sulle novità previste dalla legge Finanziaria per i cittadini, le imprese, i professionisti e gli uffici pubblici del Lazio. Il nuovo supplemento del Sole 24 Ore sarà anche su internet.

E' cominciato il valzer delle poltrone

Segnaliamo un piccolo pezzullo, fazioso ma divertente, che parla di giornali e giornalisti uscito sulla Velina rossissima, Rosso di sera e scritto dal nostro Ettore Colombo


La verità è che Silvio Berlusconi – uomo dai tanti difetti ma dall’istinto politico e mediatico raffinatissimo – sente avvicinarsi "aria di elezioni". La verità è che Silvio Berlusconi – uomo dai tanti difetti ma dall’istinto politico e mediatico raffinatissimo – sente avvicinarsi "aria di elezioni". Ed ha pensato bene, dunque, di dare una bella registrata anche al mondo dell’informazione. Almeno a quello sotto suo diretto controllo. L’epilogo di una lunga storia, quello di un settimanale che fu glorioso, Panorama, è che Adriano Sofri, dopo 11 anni di collaborazione, abbandona il settimanale di Segrate. Anche questa una (piccola?) conseguenza dell’arrivo dell’ormai ex direttore del Giornale Maurizio Belpietro ai bordi del laghetto dei cigni (l’insediamento è previsto per l’11 ottobre).
Certo, rispetto a quando scoppiò la vera "guerra di Segrate", quella che vide il gruppo Repubblica-L’Espresso e l’ingegner Carlo De Benedetti soccombere, a fronte del repentino "rovesciamento di alleanze" che operarono gli eredi dell’impero Mondadori-Formenton, passando nel fronte che faceva capo a Berlusconi, oggi si potrebbe parlare di scaramuccia. Eppure, una certa vivacità dei redattori e degli inviati dello storicamente primo settimanale italiano - per vendite in edicola - rimase in piedi, nonostante tutto, compreso l’alternarsi di direttori non propriamente "liberal" (uno per tutti: Giuliano Ferrara).
Infatti, l’avvicendamento tra Pietro Calabrese – che ha guidato il settimanale mondadoriano per tre anni, dal 2004, riducendone sia il venduto "nudo" in edicola (cioè senza gadget) nonostante un faraonico (e un po’ bolso) restyling grafico appena lanciato sia la capacità di aggredire con forza i temi di attualità (una delle accuse principali rivolte a Calabrese riguarda l’essersi fatto scippare dal diretto concorrente, l’Espresso, le copertine e i servizi-scoop sulla "Casta") – e Belpietro non è stato indolore, a Segrate e a via Veneto, dove ha sede la redazione romana.
L’assemblea dei redattori ha stilato un durissimo comunicato, firmato dal cdr, che aspetta l’insediamento formale di Belpietro a pié fermo e rivendica la (storica) tradizionale di autonomia, rispetto delle regole deontologiche e scelte politiche "liberal" della testata. Peraltro, se Sagunto piange, Roma non ride. Anche al (berlusconizzato, e da tempo) quotidiano, diretto fino a ieri e da molti anni (il 2001), da Belpietro, Il Giornale, la redazione è in semi-tumulto. Nonostante il netto orientamento politico pro centrodestra – e, nello specifico, pro Forza Italia – già i redattori (o meno una loro parte, di certo il cdr) non avevano affatto gradito l’inserto "redazionale", di fatto un fogliettone pubblicitario, che da qualche mese esce, sotto forma di allegato, ogni venerdì sotto l’egida dei Circoli della Libertà di Michela Brambilla, nuova fiamma (politica) del Cavaliere, su cui i giornalisti non hanno alcun potere di controllo.
E ora dovrebbero mandare giù un piano ("economico") fatto di ben 32 pre-pensionamenti, a causa di conti (economici nel senso stretto) del giornale che sono da tempo in forte disordine. Senza dire del fatto che lo stesso Paolo Berlusconi sarebbe particolarmente "scontento" della sua creatura e non vedrebbe, pare, l’ora di liberarsene, anche perché è il suo stesso (piccolo) impero economico che non sta particolarmente bene, mentre gli azzurri (e aennini e leghisti) della Cdl si divertono – e si dannano – molto più piacevolmente a sfogliare il Libero di Feltri.
Il quadro dei posizionamenti (e del giro di valzer delle poltrone di direttore) della galassia berlusconiana si completa con l’arrivo, a Studio Aperto, del mondadoriano, già vicedirettore di Panorama, Giorgio Mulé, che va a sostituire Mario Giordano, promosso, come chiedeva, dopo anni (era il 2000) di buoni (quanto altalenanti) successi, con la direzione del Giornale. Ma, in quel caso, cambierà poco: Mulé era già direttore di Videonews, la testata giornalistica "trasversale" delle tre Reti. La sua affidabilità berlusconiana, dunque, era ed è assicurata. Era solo quella di Panorama che bisognava mettere "a regime". Con Belpietro il cerchio si chiude. La campagna elettorale, per quanto riguarda i media berlusconiani, ora può davvero iniziare.

giovedì 4 ottobre 2007

Congresso unione nazionale cronisti

Se non avete appuntamenti nel week end, a San Felice Circeo, da venerdì a domenica, è in programma il XVIII Congresso dell'Unione Nazionale Cronisti.
Cronisti italiani: un convegno sulla libertà di stampa. Il congresso si terrà al Circeo Park Hotel ed è organizzato in collaborazione con l’associazione Stampa Pontina e il Comune di San Felice Circeo.
Sabato 6 ottobre, a partire dalle 9.30, è in programma il Convegno sul tema “Informazione o comunicazione? La cronaca contro la voglia di bavagli. Intercettazione, privacy, ordinamento giudiziario: nuove armi per ridurre la libertà di stampa”. Interverranno il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca e il presidente dell’Assostampa pontina, Gaetano Coppola, il Sostituto Procuratore a Latina Vincenzo Saveriano, il Presidente della camera Penale di Latina Carlo Alberto Melegari, il Presidente dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani Guido Colomba, il Segretario generale della Federazione stampa italiana Paolo Serventi Longhi.

lunedì 1 ottobre 2007

Preoccupati per l'arrivo di Belpietro, riunione lampo a Panorma



L’Assemblea dei giornalisti di Panorama, riunita il 28 settembre 2007, valuta con forte preoccupazione il repentino cambio della direzione della testata, in assenza di comunicazioni concrete dell’Azienda sul reale andamento diffusionale.In attesa dell’insediamento del nuovo direttore Maurizio Belpietro e della presentazione del suo piano editoriale, esprime profonda inquietudine per la scelta di una direzione molto caratterizzata politicamente e chiede garanzie esaustive sul rispetto di alcuni principi irrinunciabili che sono stati il fondamento della testata: la completezza e la correttezza dell’informazione- l’autonomia e la vocazione liberale della testata- la valorizzazione del grande patrimonio di professionalità interne- il rispetto delle norme deontologiche.





L’Assemblea ha ribadito la necessità di sviluppare quelle che fin dalla fondazione sono state le linee caratterizzanti di Panorama: la valorizzazione del giornalismo di inchiesta - la capacità di offrire una lettura della realtà in chiave laica e pluralista- lo sforzo di indicare temi prioritari da sottoporre all’attenzione del Paese.





L’Assemblea di redazione ha espresso all’azienda e alla direzione forte preoccupazione per le conseguenze che potrebbero derivare, in termini di autorevolezza e diffusione, da un eventuale mancato rispetto dei principi e delle priorità sopra elencati.

Solidarietà ai collaboratori di E polis che scioperano

Quarto Potere Roma vuole esprimere completa solidarietà ai colleghi collaboratori di E Polis Roma che da oggi hanno deciso di astenersi dal lavoro in segno di protesta contro l'assoluta mancanza di rispetto dell'editore nei confronti della dignità e dei diritti professionali. In un comunicato i collaboratori «constatano l'assoluta ed ennesima mancanza di considerazione da parte della società editrice in merito alle loro legittime richieste e sollecitazioni». «Preso atto che nessuna comunicazione certa e ufficiale è pervenuta riguardo al pagamento dei crediti arretrati e alle prospettive future del giornale», afferma ancora il comunicato, «i collaboratori di Epolis Roma confermano a partire dalla data odierna la sospensione dell'attività professionale nell'attesa di ricevere un riscontro concreto da parte della società editrice in merito alle suddette richieste».

Si vota per il rinnovo del sindacato, ecco le date

Cari amici di Quarto Potere Roma, vi ricordiamo un appuntamento importante: dal 25 al 28 ottobre 2007 si svolgeranno le elezioni per i delegati al VI congresso dell’Associazione Stampa Romana e per i delegati al XXV° congresso della Fnsi.


Le elezioni si terranno con le seguenti modalità:

  • Giovedì 25 ottobre a Saxa Rubra, nei locali della Rai, Palazzina F stanza 35, con il seggio aperto dalle ore 10 alle ore 20;
  • Giovedì 25 ottobre presso l’hotel Caravel di Roma in Via Cristoforo Colombo 124/C, con il seggio aperto dalle ore 11 alle ore 19;
  • Giovedì 25 ottobre a Latina in una sala del palazzo dell’Intendenza di Finanza in Piazza del Popolo (sotto i portici) con seggio aperto dalle ore 12 alle ore 17;
  • Venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 ottobre, si vota a Roma nei locali della Chiesa di San Lorenzo in Lucina in Via in Lucina 16° con seggi aperti dalle ore 10 alle ore 20.

Il congresso della Fnsi si svolgerà a Castellaneta Marina (TA) dal 26 al 30 novembre.

Il congresso dell’Associazione Stampa Romana si svolgerà dal 13 al 15 dicembre 2007 in una sede in via di definizione.

La base elettorale sulla quale sono stati calcolati i delegati è rappresentata dagli iscritti in regola con i pagamenti al 31/12/2006. A norma di Statuto possono votare i soci in regola con le quote e comunque iscritti all’Associazione Stampa Romana da almeno 181 giorni. Il Consiglio Direttivo ha deliberato che i soci morosi possono mettersi in regola con i pagamenti anche al seggio, versando le quote decise per la sanatoria dalla Commissione elettorale. I certificati elettorali saranno consegnati al seggio elettorale dopo la verifica della regolarità d’iscrizione al Sindacato

Appello di Amnesty per Myanmar



Cara amica, caro amico,
a Myanmar è in atto una violenta repressione delle manifestazioni pacifiche, che si stanno svolgendo in tutto il paese da oltre un mese. Il 25 settembre circa 300 persone sono state arrestate durante le proteste e tre monaci sono stati uccisi: uno da un colpo d'arma da fuoco e gli altri due a seguito di un pestaggio. Il giorno dopo vi sono state altre vittime, e almeno un giornalista è rimasto ucciso.
Fonti non ufficiali hanno fatto sapere ad Amnesty International che oltre
50 monaci sono rimasti feriti. Le ultime notizie ricevute da Amnesty International in queste ore non sono incoraggianti. Numerosi raid da parte della polizia stanno avendo luogo in queste ore nei monasteri buddisti di Yangon e in altre città del paese, non si conosce ancora il numero preciso dei
monaci arrestati e delle persone rimaste ferite.
Per scongiurare il ripetersi del bagno di sangue del 1988, quando furono
uccise circa 3000 persone, Amnesty International ha lanciato un appello
alle autorità di Myanmar chiedendo loro di mettere fine alle repressioni
contro i dimostranti pacifici e garantire il rispetto del diritto di
manifestazione.

ANCHE TU PUOI FARE QUALCOSA DI IMPORTANTE!
FIRMA L'APPELLO ON-LINE A QUESTO INDIRIZZO:
http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar

E INVIA SUBITO QUESTA E-MAIL AI TUOI AMICI CHIEDENDO
LORO DI FARE
ALTRETTANTO.

giovedì 27 settembre 2007

Inpgi e Fnsi: Bene misure Damiano per stabilizzazione precari

Un importante passo in avanti che riguarda la situazione previdenziale e del lavoro di migliaia di collaboratori coordinati e continuativi, dei freelance e di tutti i giornalisti che prestano anche lavoro occasionale. È il giudizio della Federazione Nazionale della Stampa Italiana sul documento del ministro del Lavoro, Cesare Damiano, nel quale il Governo si impegna ad una serie di misure in favore dei giornalisti collaboratori e dei precari. La Fnsi ha inviato così al ministro Damiano una lettera di adesione al documento, un'analoga adesione al documento ministeriale è stata inviata dalla Federazione Italiana Editori Giornali. Il Consiglio di amministrazione dell'Inpgi ha approvato le linee guida del documento stesso. Un passo avanti che realizza alcuni degli elementi più significativi della piattaforma contrattuale presentata alle controparti dalla Fnsi. Il documento definisce soluzioni di mediazione tra le posizioni differenti delle parti sociali, manifestate con durezza dagli editori nella vicenda di un contratto bloccato da quasi mille giorni. La Fnsi si augura che l'adesione di entrambe le parti al documento ministeriale consenta di creare presto un clima nuovo che renda possibile una seria e proficua trattativa sulle questioni contrattuali ancora aperte. Tra i punti qualificanti, l'aumento dei contributi previdenziali. Le aliquote contributive per i collaboratori coordinati e continuativi e per i giornalisti che prestano lavoro occasionale aumenteranno dall'attuale 12% alla percentuale prevista per i lavoratori autonomi iscritti all'Inps e cioè al 23,50%, che passerà al 26-28% se e quando il Governo e il Parlamento confermeranno l'aumento delle aliquote per tutti.


Nel documento, inoltre, si prevede l'esenzione contributiva per i bassi redditi: in armonizzazione con il regime generale Inps, per le fasce di reddito da lavoro autonomo fino a 5000 euro è prevista una esenzione contributiva. che consentirà, specie ai redditi più bassi, di non versare contributi previdenziali. Si affronta poi il tema della stabilizzazione dei rapporti di lavoro: per promuovere la trasformazione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro subordinato, di durata non inferiore a ventiquattro mesi, le aziende stipuleranno accordi sindacali con le associazioni regionali di stampa della Fnsi e con i Cdr. Ancora, l'armonizzazione dei regimi previdenziali e lavorativi dei collaboratori giornalisti alle norme dell'Inps prevederà anche il riconoscimento dei periodi di malattia e di maternità dei colleghi e delle colleghe. Infine, condoni ed esoneri contributivi per gli editori: il processo di trasformazione dei rapporti di collaborazione in rapporti di lavoro subordinati porrà fine ai contenziosi individuali aperti in seguito alle ispezioni dell'Inpgi, realizzando un vero e proprio condono contributivo. Inoltre, esoneri contributivi previsti dalla legge finanziaria del 2006 saranno estesi alle aziende dell'informazione, ferma restando l'assoluta assenza di qualunque onere a carico dell'Inpgi.

L'Istituto di previdenza dei giornalisti apprezza l'impegno del governo a varare misure per la stabilizzazione dei precari, annunciato dal ministro del Lavoro Cesare Damiano, ma sottolinea anche che resta «irrisolta la questione relativa alla cessione del diritto di autore, il cui utilizzo oggi comporta di fatto un onere contributivo ad esclusivo carico del giornalista». L'Inpgi - ricorda una nota - ha partecipato al confronto avviato dal ministero del Lavoro, assicurando da subito la sua disponibilità «a farsi carico di un minor introito di oltre 32 milioni di euro, relativi ai contributi e alle sanzioni che gli ispettori dell'istituto hanno notificato, in cinque anni e mezzo di attività, a 350 aziende editoriali per conto di 667 giornalisti». Di fatto «un condono totale» accordato alle aziende «che accettino di stabilizzare i co.co.co. giornalisti». Il consiglio di amministrazione dell'Istituto apprezza l'intenzione del governo di adottare «una norma che modifichi l'attuale assetto normativo della Gestione separata Inpgi per quel che concerne i rapporti di lavoro co.co.co., prevedendo: 1) il trasferimento dell'onere contributivo per 2/3 a carico del committente e per un terzo a carico del giornalista; 2) l'innalzamento graduale delle aliquote contributive fino a raggiungere nel 2011 lo stesso ammontare dell'aliquota prevista per la generalità dei collaboratori coordinati e continuativi iscritti all'Inps (pari attualmente al 23%); 3) l'attribuzione della titolarità dell'obbligazione contributiva in capo al committente; 4) un trattamento di malattia e maternità in armonia con quanto previsto dalla Gestione separata Inps». Analogo apprezzamento anche per il fatto che nel documento siano «finalmente previsti per il Sindacato dei giornalisti la stessa dignità e lo stesso ruolo che la Finanziaria 2007 ha a suo tempo riconosciuto ad altri Sindacati rappresentanti di altri lavoratori, prevedendo che ogni atto di conciliazione relativo alla stabilizzazione dei co.co.co. sia preceduto da uno specifico accordo sindacale». Resta tuttavia «irrisolta» la questione relativa alla cessione del diritto di autore. «La proposta del Ministero del Lavoro, che proponeva di limitare al 40% del reddito il ricorso a tale cessione, è stata cancellata dopo che Fieg e Fnsi, con motivazioni diverse, hanno convenuto di abbandonare la proposta. L'Inpgi - conclude la nota - ha espresso preoccupazione per tale decisione, che se non corretta potrà indirizzare numerose aziende verso contratti stipulati con ricorso alla cessione del diritto di autore per l'intero ammontare del reddito».

Giro di poltrone a Panorama. Alla direzione arriva Belpietro


Giro di valzer a Panorama. Pietro Calabrese lascia, al suo posto arriva il direttore de Il Giornale, Maurizio Belpietro. Il nuovo direttore arriverà a Cologno a partire dal prossimo 11 ottobre. Ad annucciarlo, dopo giorni di rumors, è la Mondadori. Pietro Calabrese - dice l'azienda - ha deciso di «lasciare la direzione di Panorama dopo tre anni di eccellente lavoro, che avevano come punto di arrivo il restyling dello scorso mese di marzo. La sintonia con l'editore è stata totale e a lui la casa editrice esprime un caldissimo ringraziamento che si estende a tutta la redazione».
L'addio di Maurizio Belpietro dal "Giornale" apre la corsa alla successione per la guida del quotidiano di via Negri. Mentre appaiono scarse le chances di una nomina interna tra i cinque vicedirettori (Nicola Forcignanò, Michele Brambilla, Mario Sechi, Luigi Cucchi, Paolo Guzzanti)
Finora, al giornale fondato da Indro Montanelli nel 1974 si sono alternati in 37 anni di vita solo quattro direttori: oltre a Montanelli, che lasciò la sua creatura nel 1994 per fondare «La Voce», si sono avvicendati alla guida Vittorio Feltri (1994), Mario Cervi (1196) e Maurizio Belpietro (2000). La scelta del nuovo timoniere del «Giornale» appare quantomai delicata e in queste ore l'editore, Paolo Berlusconi, sta vagliando le candidature. In pole position, salvo colpi di scena, c'è Mario Giordano, attuale direttore di «Studio Aperto», proveniente proprio dal "Giornale".

mercoledì 29 agosto 2007

Contratto, Damiano sto lavorando per voi. Si spera

«Sto lavorando per fare in modo che si crei il contatto giusto per sbloccare questo contratto». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, a margine della festa dell'Udeur, in corso a Telese, riferendosi alla vertenza contrattuale dei giornalisti. «Il sindacato dei giornalisti -ha ricordato- si è dichiarato disponibile a qualsiasi forma di discussione e gli editori si sono dichiarati indisponibili». «Ovviamente -ha rimarcato il ministro- non posso sostituire le parti sociali nella volontà di fare gli accordi. Ho aperto un tavolo di trattative di concertazione specifiche sul mercato del lavoro perchè vorrei intervenire in particolare sui temi relativi alla precarietà nel mondo del lavoro giornalistico».

venerdì 24 agosto 2007

Del Boca difende il diritto di cronaca e diffida il "giornalista" Corona



Torna con il l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, in provincia di Pavia, di nuovo il tema della privacy o meglio dove debba finire il diritto di cronaca e subentrare il diritto della persona. Inseriamo un intervento del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Lorenzo Del Boca, inviato ai colleghi dopo l’esplicita richiesta del procuratore della Repubblica di Vigevano, Alfonso Lauro, ai mass media "di fare un passo indietro e di non sbattere il mostro in prima pagina”


Ecco la risposta di Del Boca:


“Giornalisti, continuate a fare il vostro mestiere: vedere, indagare e raccontare per permettere alle persone di capire. Ma state attenti al rispetto della privacy e ai diritti delle persone. In casi come questo i giornalisti sono genericamente rispettosi. Raccontano la verità, non quella con la V maiuscola, pronti ad essere smentiti il giorno dopo. Ma devono continuare a farlo, nel rispetto del diritto-dovere di informare. La gente vuole sapere. Il nostro mestiere non e’ passare veline di fonti ufficiali. E’ normale seguire delle piste, anche se con alcune cautele”.


Quella di Del Boca è una difesa a spada tratta del nostro mestiere. Ecco perché "diffida", come presidente dell'Ordine del giornalisti, "Fabrizio Corona dall’utilizzare per se il titolo di giornalista che non appartiene e non gli compete". Corona, infatti, in ripetute dichiarazioni ha sostenuto di trovarsi a Garlasco in cerca di esclusive per 'raccontarè il delitto di Chiara Poggi e i suoi retroscena. "I colleghi continuino ad esercitare la loro professione con competenza, onesta, equilibrio e moralità" - ha affermato il Presidente dell’Ordine Lorenzo Del Boca- non sbattano il mostro in prima pagina ma non rinuncino al loro diritto-dovere d’informare. Però, alla larga da Fabrizio Corona". E poi ha aggiunto: "Corona è semplicemente un agente fotografico e in quanto tale non si può permettere di spacciarsi per giornalista la professione del giornalista comporta un’assunzione di responsabilità e un’attenzione per la deontologia e la morale cosa che Corona non conosce dove sta di casa".


Giornalisti in passerella sul litorale per Save for the Children


Esibizionisimo non manca nella casta dei giornalisti ma una volta lo mettiamo al servizio di una buona causa. Via penne, taccuini, computer, macchine fotografiche., microfoni e telecamere. Per una sera i giornalisti pontini si trasformano in «modelli». Sabato sera a Sabaudia per «ModaMedia», iniziativa di beneficenza che vede in passerella appunto gli operatori della comunicazione di Latina e provincia.

La raccolta dei fondi è destinata a sostenere la campagna internazionale di Save the Children «Riscriviamo il Futuro», che ha l'obiettivo di garantire un'educazione di qualità entro il 2010 a 8 milioni di bambini in 20 paesi in conflitto o post conflitto. L'evento, che inizia alle 21, è a ingresso libero ma si potranno fare delle donazioni durante la serata. L'appuntamento è in piazza del Comune.

giovedì 23 agosto 2007

La casa dei giornalisti, esiliati


In Francia, precisamente a Parigi, in 35, rue Cauchy, c'è un'associazione, fondata nel giugno 2000 da Danièle Ohayon e Philippe Spinau, che aiuta i giornalisti che chiedono asilo politico. Questi uomini e queste donne hanno scelto di esercitare la
professione di giornalista e di sostenere la nobile causa della libertà di stampa e per questa ragione sono stati costretti a lasciare il proprio paese contro la loro volontà. Solo i giornalisti possono beneficiare dei servizi e dell’appoggio della MDJ. Il compito di scegliere i candidati è stato delegato all’associatione “Reporter Senza Frontiere”.

Giornalisti esiliati di tutti i continenti
Dal 6 maggio 2002, data di apertura della MDJ, sono stati accolti circa 80 giornalisti provenienti dai seguenti paesi: Algeria, Armenia, Bangladesh, Bielorussia, Birmania, Cameroun, Cina, Congo, Costa D’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Cuba, Chad, Haiti, Pakistan, Siria, Togo, Tunisia e Yemen. Si tratta più spesso di uomini che di donne e l’età media è di 37 anni; la maggior parte di essi viene dal mondo della stampa e ha un’esperienza professionale che supera i dieci anni. La MDJ accoglie 30 all’anno (15 persone ogni 6 mesi).
Sei mesi di sostegno dal momento dell’esilio
La Maison des journalistes è nata a Bobigny (Seine St Denis) e ha preso possesso dei suoi locali definitivi a Parigi in rue Cauchy 35 (15° distretto) il 1 novembre 2003. Il nuovo edificio è stato costruito all’interno di una vecchia fabbrica in disuso, concessa dal Comune di Parigi e restaurata per ospitare la sede dell’associazione e le 15 camere a disposizione dei giornalisti.I giornalisti possono restarvi per un periodo massimo di sei mesi, periodo che corrisponde al tempo medio d’attesa per ricevere lo statuto di rifugiato. In seguito alla fuga il giornalista ha bisogno di sostegno, di un luogo dove poter ricevere consigli e di tempo per riflettere.

La MDJ offre ad ogni giornalista:• una camera singola; • un buono pasto di 8,50 € al giorno; • un abbonamento mensile per i trasporti urbani; • una carta telefonica al mese per un valore di 15 €;• la partecipazione alla redazione di un giornale;• attività culturali.

La solidarietà dei media francesi
La solidarietà dei media francesi (la stampa e i mezzi di comunicazione audiovisuali in generale) si esprime concretamente attraverso il finanziamento del 50% delle spese di funzionamento dell’associazione. L’altra metà è finanziata dal Fondo Europeo per i Rifugiati (concesso dalla Commissione Europea). Tutte le stanze dei residenti portano il nome di uno dei media.La redazione di un giornaleI giornalisti che risiedono alla MDJ realizzano ogni trimestre un giornale : « l’Oeil del’exilé » (« L’occhio dell’esiliato »). Questo lavoro periodico permette loro di praticare la professione che gli appartiene, oltre che di comprendere i meccanismi della stampa francese. Esiste anche una versione radiofonica del « Œil de l’exilé ».
Progetti futuri
La MDJ si propone di promuovere la creazione di altre strutture simili in tutta Europa al fine di dare vita ad un vera e propria “rete”. In Francia, sono già in atto diversi partenariati con scuole di giornalismo e altri organismi di formazione.
(Nella foto Philippe Spinau, direttore dell'associazione)

martedì 21 agosto 2007

Caso E-polis, forse una svolta


Sembra profilarsi una svolta nella vertenza del gruppo E-Polis dei 15 quotidiani a distribuzione mista, le cui pubblicazioni sono state sospese dal 17 luglio scorso con oltre 130 giornalisti messi in cassa integrazione. In serata si è svolta a Cagliari un'assemblea convocata dal cdr, alla quale ha partecipato anche il presidente della Fsni Franco Siddi. L'editore Nicola Grauso, proprietario del Gruppo, aveva annunciato, con un sms ai giornalisti, importanti novità. Secondo alcune indiscrezioni, pubblicate oggi sul sito «altravoce.net», sarebbero in corso trattative di cessione. Tra gli acquirenti indicati, l'imprenditore trentino Alberto Rigotti, fondatore della banca d'affari Abm Network e vice presidente della Infracom, che - stando al sito Internet - avrebbe già concluso trattative per 50 milioni di euro con Grauso, aggiudicandosi la proprietà di maggioranza della catena editoriale. Sempre secondo la testata on line, sarebbero in corso contatti anche con altri gruppi editoriali. I giornalisti di e-Polis potrebbero, quindi, ritornare molto presto al lavoro o dalla fine del mese di agosto o dall'inizio di settembre.

LEVI AD ABRUZZO, MAI PARLATO DI ABROGAZIONE ORDINE

Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenze del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, replica a Franco Abruzzo che aveva commentato le sue dichiarazioni pronunicate in dibattito di «Cortina Incontra», dedicato alla crisi dei giornali, affermando di non aver mai parlato di abrogazione dell'ordine dei giornalisti: «A Cortina ho detto che, come dimostrano con chiarezza le esperienze dei diversi paesi, ci può essere grande giornalismo con o senza un ordine professionale. Ho aggiunto che il testo unico dell'editoria per il quale il governo chiederà una delega al Parlamento, si dovrà occupare, nel quadro della sistemazione dell'intera normativa sull'editoria, anche dell'Ordine, ma ho precisato che la riforma dell'Ordine è questione che riguarda e compete innanzitutto ai giornalisti». «Ti sembrano affermazioni scandalose -domanda Levi ad Abruzzo- Dove ci leggi l'annuncio della prossima abolizione dell'Ordine? E dove le trovi in contraddizione con quanto ti ho scritto l'ultima volta? Davvero, credo che abbiamo tutti tanto lavoro da fare e da fare possibilmente insieme. Ma non creando inutili allarmi». Abruzzo prende atto delle parole di Levi e specifica di aver voluto rispondere a quanto riportato delle affermazioni dello stesso Levi in un lancio di agenzia che, scrive, «non riportava le tue parole precise e che io ignoravo». Abruzzo definisce comunque di «ampiezza allarmante» la «delega che il Governo ha chiesto al Parlamento sul piano della 'attuazione delle norme costituzionali in tema di libertà di manifestazione del pensierò» e suggerisce, come «opportuno», un incontro di Levi con Lorenzo Del Boca, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, «anche per sgomberare il terreno dagli equivoci, creati dai documenti curati nel dicembre 2006 dal professor Cheli e dalla stesura del ddl sull'editoria del 3 agosto nella parte in cui trasferisce all'Agcom la registrazione delle testate, togliendola ai Tribunali, norma voluta dai padri costituenti», conclude Abruzzo.

martedì 22 maggio 2007

Antonio Castro al ballotaggio, Ari-vota Antonio vota Antonio



Roma, 22 maggio 2007


Ecco i dati relativi ai risultati ufficiosi di stanotte delle elezioni per l’Ordine dei giornalisti del Lazio e per il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti va corretto il numero dei voti riportati da Fiorenza Sarzanini risultata seconda con 501 voti, e non 355.




Ordine dei giornalisti del Lazio


Votanti n. 1.171 professionisti.

Quorum 586.

Da eleggere n. 6 professionisti

Hanno riportato voti: Bruno Tucci (781), Filippo Anastasi (589), Federica Sciarelli (586), Claudio Rizza (481), Ignazio Ingrao (451), Daniele Mastrogiacomo (442), Massimo Signoretti (255), Andrea Buonocore (217), Luigi Massi (146), Giovanni Alibrandi (137), Sabrina Fantauzzi (137) e Antonio Brindisi (23).

Sono stati proclamati eletti Bruno Tucci (781 voti), Filippo Anastasi (589) e Federica Sciarelli (586).

Per effetto dei risultati sono stati ammessi al ballottaggio domenica 27 maggio (h. 10,30-13) e lunedì 28 maggio (h. 16-21,30):

Claudio Rizza (481), Ignazio Ingrao (451), Daniele Mastrogiacomo (442), Massimo Signoretti (255), Andrea Buonocore (217) e Luigi Massi (146).
Per i Revisori dei Conti hanno riportato voti: Alberta Del Bianco (534), Mario Calderoni (476), Franco Albanese (200) e Francesco Nati (168).

Per effetto dei risultati nessuno è stato proclamato eletto, ma sono stati ammessi al ballottaggio domenica 27 maggio (h. 10,30-13) e lunedì 28 maggio (h. 16-21,30):
Alberta del Bianco, Mario Calderoni, Franco Albanese e Francesco Nati.

N.B. Per i pubblicisti non vi sarà il ballottaggio perché sono stati proclamati eletti tutti e tre gli uscenti Gino Falleri, Maria Francesca Genco e Franco Rosati.



Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti



Votanti n. 1.171 professionisti.

Quorum 586.

Da eleggere n. 15 professionisti.

Hanno riportato voti:

Vittorio Roidi (565), Fiorenza Sarzanini (501), Luciano Fraschetti (477), Marco Politi (442), Norma Rangeri (440), Marco Tosatti (433), Francesco De Vito (412), Ida Baldi (395), Elisa Anzaldo (391), Giuseppe Morello (386), Silvano Rizza (376), Giuseppe Mennella (366), Paola Spadari (366), Pierluigi Franz (355), Paolo Trombin (345), Nicola Graziani (345), Enzo Iacopino (261), Massimo Signoretti (260), Cesare Pucci (245), Marco Frittella (239), Valentina Bendicenti (159), Marco Nese (155), Adriano Bonafede (149), Salvatore Izzo (140), Francesca Sanipoli (139), Antonio Castro (134), Fabrizio Frullani (130), Gianluigi Gualtieri (107), Emanuele Carioti (102), Titta Notarianni (96) e Ugo Degl'Innocenti (31).


Per effetto dei risultati nessuno è stato proclamato eletto, ma sono stati ammessi al ballottaggio domenica 27 maggio (h. 10,30-13) e lunedì 28 maggio (h. 16-21,30):
Vittorio Roidi (565), Fiorenza Sarzanini (501), Luciano Fraschetti (477), Marco Politi (442), Norma Rangeri (440), Marco Tosatti (433), Francesco De Vito (412), Ida Baldi (395), Elisa Anzaldo (391), Giuseppe Morello (386), Silvano Rizza (376), Giuseppe Mennella (366), Paola Spadari (366), Pierluigi Franz (355), Paolo Trombin (345), Nicola Graziani (345), Enzo Iacopino (261), Massimo Signoretti (260), Cesare Pucci (245), Marco Frittella (239), Valentina Bendicenti (159), Marco Nese (155), Adriano Bonafede (149), Salvatore Izzo (140), Francesca Sanipoli (139), Antonio Castro (134), Fabrizio Frullani (130), Gianluigi Gualtieri (107), Emanuele Carioti (102), e Titta Notarianni (96).

mercoledì 16 maggio 2007

Vota Antonio, Vota Antonio Castro


Tra i colleghi dell'Altra Lista c'è anche Antonio Castro, responsabile di Quarto Potere Roma. Ecco il suo messaggio:



La prima cosa che gli amici colleghi mi hanno chiesto è: “Perché ti candidi? Non sei stufo di questo schifo?”. Paradossalmente è proprio lo schifo che provo per come è stato gestito l’Ordine e il sindacato in questi ultimi anni ad avermi convinto a mettermi in gioco. Sono 18 anni che “mi agito” in questa categoria. E le cose da allora non sono certo migliorate.


L’Ordine viene vilipeso continuamente, e questo non mi sta bene. Per non parlare di come è gestito il nostro Sindacato. Sono oltre 800 giorni che non riescono a trascinare gli editori al tavolo della trattativa. E le poche occasioni buone per costringere il Palazzo a schierarsi con noi (come le elezioni politiche dell’aprile 2006) sono state sprecate. Volutamente sprecate.


Così quando alcuni colleghi di varia estrazione e orientamento mi hanno chiesto di prendere parte ad un’Altra Lista – per il Consiglio nazionale dell’Ordine – ho apprezzato e accolto l’idea di fare squadra comune per scardinare rendite di posizione (e di poltrone) che hanno portato all’immobilismo la nostra categoria.
Dobbiamo essere sinceri. Da troppo tempo facciamo finta di non vedere. Facciamo finta di non vedere che le nostre retribuzioni non sono più quelle di dieci anni fa. Facciamo finta di non vedere che c’è un esercito di colleghi precari che preme alle porte delle redazioni. Facciamo finta di non vedere che a lungo andare la stabilità del nostro istituto di previdenza, l’Inpgi, salterà. Facciamo finta di non vedere che il governo ha messo mano ad una riforma dell’editoria che può contenere i germi dell’annullamento della professione. Facciamo finta di non vedere che il sindacato è vittima di accordi occulti e censure preventive nell’attaccare una parte politica. Facciamo finta di non vedere che destra e sinistra non amano una stampa libera ed indipendente.


Ho davanti almeno 25 anni di lavoro. Ma già oggi sono stufo di essere additato - in quanto membro della “casta” giornalistica - come un privilegiato, uno spione, uno scansafatiche, un servo del potere. Non sono nulla di tutto questo. Sono un professionista serio. Non sono al soldo dei servizi più o meno segreti. Lavoro almeno 12 ore al giorno. Non parteggio per alcuna parte politica quando faccio il mio lavoro.
Però mi rendo conto che per colpa di alcuni (pochi) tutti noi siamo additati come la peggior feccia della società. La gente che conosco – e che lavora in redazione – per la stragrande maggioranza è come me. Poi ci sono i “soloni” della rappresentanza che l’ultimo articolo lo hanno scritto nel 1936…


Come possono Lor Signori capire i problemi di un quarantenne espulso dal mercato del lavoro? Già oggi ho ben presente che la mia pensione non sarà sufficiente per garantirmi una vecchiaia dignitosa. Sempre che nei prossimi lustri continui a rientrare tra i fortunati che avranno ancora un contratto di lavoro.


Se non cominciamo seriamente a pensare a come riformare la nostra professione – chiedendo ai colleghi cosa vorrebbero e cosa farebbero loro – rischiamo di essere spazzati via in tempi neppure troppo lunghi. Se non ricostruiamo la nostra immagine pubblica – riguadagnando credibilità e autonomia – nessuno alzerà un dito a nostra difesa. Dobbiamo diventare terzi dal potere (economico e politico) e ridare alla nostra professione il prestigio che abbiamo perso. E poi dobbiamo immaginare come sarà il mestiere di giornalista tra 20, 30, 50 anni. Solo così saremo in grado di opporre agli editori una nostra strategia. Servono nuovi strumenti contrattuali, nuovi istituti di categoria che ci garantiscano. Inpgi e Casagit vanno bene. Ma vanno implementati con altri strumenti e, forse, nuovi istituti, per garantire i colleghi, soprattutto i precari.
Bisogna avere coraggio – in questo momento delicato di transizione – per immaginare una nuova figura di giornalista. Ci avventuriamo in un’era professionale dove, forse, il Cnlg che conosciamo non esisterà più. I segnali che ci arrivano dalla Federazione degli Editori sono chiari. E preoccupanti. Se vogliamo avere un futuro dobbiamo batterci adesso con tutte le forze per tutelare la figura del giornalista. Anche andando a pestare i piedi a qualche “poltronaro” della categoria. Anche disturbando i giochi dei Signori della politica.


Non ho idea se riuscirò, insieme agli altri colleghi de L’Altra Lista, ad essere eletto. Di sicuro continuerò a battermi - nella mia quotidiana vita redazionale - perché nessuno possa mai affibbiarmi l’appellativo di “servo del potere”, “raccomandato”, “nulla facente” o “spione”.


Vi aspetto al seggio domenica e lunedì.


Antonio Castro

Votate tutti l'ALTRA LISTA

Se volete cambiare L'Ordine votate tutti i colleghi dell'ALTRA LISTA
Diverse sigle e vari colleghi romani si sono raggruppati – alla vigilia delle elezioni per il Consiglio nazionale dell’Ordine – per dare vita all’Altra Lista. Dentro c’è un po’ di tutto: destra, sinistra, centristi e agnostici. Ma c’è soprattutto la volontà comune di lanciare un segnale: siamo stufi di non essere rappresentati. Ci accomuna la volontà di scardinare rendite di potere e di posizione che non hanno fatto molto per la categoria in questi anni.

Candidati de L’Altra Lista del Lazio al Consiglio nazionale dell’Ordine
PROFESSIONISTI (scheda SALMONE) – si possono votare fino a 15 preferenze

Valentina BENDICENTI
Adriano BONAFEDE
Emanuele CARIOTI
Antonio CASTRO
Pierluigi FRANZ
Marco FRITTELLA
Fabrizio FRULLANI
Gianluigi GUALTIERI
Enzo IACOPINO
Salvatore IZZO
Marco NESE
Titta NOTARIANNI
Cesare PUCCI
Francesca SANIPOLI
Massimo SIGNORETTI


Nel Lazio si vota il 20 maggio (dalle ore 10,30 alle 13) e il 21 maggio (dalle ore 16 alle 21,30) al Circolo Montecitorio in via dei Campi sportivi 5, Roma.

sabato 12 maggio 2007

Si vota per il rinnovo dell'Odg


L'Assemblea per le elezioni dei Consiglieri e del Collegio dei Revisori dei Conti del Consiglio regionale dei giornalisti del Lazio e dei componenti del Consiglio nazionale dell’ Ordine è convocata, in sede, per domenica 13 maggio 2007 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 in prima convocazione e, in seconda convocazione, per:


Domenica 20 maggio 2007 dalle ore 10.30 alle ore 13.00 e Lunedì 21 maggio 2007 dalle ore 16.00 alle ore 21.30 presso il Circolo Montecitorio in RomaVia dei Campi Sportivi, 5 (Acquacetosa)nonché per l’eventuale votazione di ballottaggio Domenica 27 maggio 2007 dalle ore 10.30 alle ore 13.00 e Lunedì 28 maggio 2007 dalle ore 16.00 alle ore 21.30 presso il Circolo Montecitorio in RomaVia dei Campi Sportivi, 5 (Acquacetosa).


Bisogna presentarsi direttamente al seggio elettorale esibendo l’allegato certificato unitamente alla tua tessera professionale o ad altro documento di riconoscimento. L'Assemblea, in prima convocazione, è valida soltanto se è presente il 50% degli iscritti nei rispettivi elenchi.

lunedì 30 aprile 2007

Primo maggio, l'appello dell'Fnsi


Ecco cosa scrive l'Fnsi in occasione della festa dei lavoratori. «La Federazione Nazionale della Stampa ha rivolto un appello alle lavoratrici ed ai lavoratori, alle Confederazioni sindacali ed alle Istituzioni perchè sostengano la vertenza contrattuale dei giornalisti. La Fnsi ha chiesto che il testo sia letto durante le manifestazioni organizzate dai sindacati in occasione della Festa del lavoro». È quanto si legge in una nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Ecco il testo: «Care lavoratrici, cari lavoratori, i giornalisti italiani partecipano quest'anno alla festa del lavoro con un particolare impegno nella salvaguardia del diritto alla contrattazione, alla sicurezza e alle tutele sociali. Da 793 giorni gli editori dei giornali grandi e piccoli, quotidiani e periodici, rifiutano l'inizio stesso della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, applicato anche nelle altre aziende dell'informazione nazionale. Il Sindacato dei giornalisti ha inutilmente manifestato la disponibilità a confrontarsi con il cambiamento del sistema della comunicazione e la conseguente trasformazione della nostra professione. Il Governo per quattro volte ha proposto tavoli di confronto che sono stati respinti dalla Federazione degli Editori con la pretestuosa motivazione che i giornalisti non sono pronti a rinnovare le loro regole professionali». «La Federazione della Stampa -continua il comunicato- ritiene che questa situazione rappresenti un pericolo per i diritti fondamentali del mondo del lavoro, tenendo conto che tra gli azionisti dei gruppi editoriali vi sono i proprietari delle maggiori aziende del nostro Paese. I giornalisti hanno attuato finora ben 16 giornate di sciopero nazionale ed un numero molto alto di astensioni a livello aziendale, con un conflitto che si aggrava e si estende. Per questo, nel giorno della Festa del lavoro, rivolgiamo un appello ai cittadini, alle Confederazioni Sindacali e alle istituzioni perchè sostengano la lotta dei giornalisti per il rinnovo del contratto. La Fnsi ha deciso di sospendere le iniziative di mobilitazione in un primo tempo previste per ieri 30 aprile. Abbiamo infatti ritenuto di dover garantire l'informazione in occasione del 60° anniversario della strage di Portella della Ginestra e alla vigilia della Festa del lavoro. Se la situazione non cambierà- conclude Fnsi- purtroppo saremo però costretti ad attuare nuovi scioperi. Siamo certi che ci comprenderete e ci sosterrete».

Siete d'accordo?

Gli editori piangono ma intanto incassano i soldi dello Stato


Gli editori piangono miseria e parlano di crisi del settore: intanto incassano, a vario titolo, 600 milioni di euro all’anno dallo Stato e vantano bilanci con ricchi utili. C'è qualcosa che non va nell'editoria. Di sicuro c'è qualcosa che non funziona nel sindacato: per rinnovare un vertice poco incisivo e che ha commesso gravi errori sul fronte contrattuale, Quarto Potere si costituisce anche a Roma. E chiede ai colleghi cosa pensano di questa vertenza. A cosa sono disposti a rinunciare e cosa propongono di fare. Le proposte, le idee, i commenti si possono inviare online al blog o all'indirizzo mail quartopotereroma@gmail.com

Perché stiamo presenti anche nella Capitale


Recentemente un gruppo di giornalisti romani ha raccolto l'invito a dare vita - anche nella Capitale - al movimento. Una pattuglia di giornalisti stufa di sentirsi ripetere sempre le solite cose dalle solite persone. Tra noi ci sono giornalisti professionisti assunti a tempo indeterminato, colleghi che saltano da un contratto ad un altro, giovani alla ricerca di una qualche collocazione.


E diamo a tutti la possibilità di intervenire online con questo blog. Siamo preoccupati per il futuro di questo mestiere e per le nostre prospettive professionali. Il copia/incolla sembra diventato la regola e gli editori fanno di tutto per portare ad esaurimento la nostra pazienza. Nel sindacato, del resto, notiamo troppe contiguità e poca incisività. Siamo ancora in attesa di capire come mai lo sciopero lungo (quello dello scorso Natale) non sia stato proclamato prima delle elezioni politiche della primavera scorsa.


La decisione della Fnsi di rompere le trattative per un contratto-ponte, avvenuta in quell’ormai lontano 4 novembre 2005, è stata un grave errore. Oggi avremmo con ogni probabilità il nostro contratto rinnovato e - magari - in una successiva trattativa, coinvolgendo anche il governo, saremmo riusciti a spuntare maggiori tutele per i colleghi precari. Quasi tutti noi abbiamo attraversato l'inferno della disoccupazione. Ricordiamo bene quei giorni, e ci sono colleghi che, purtroppo, ancora combattono tra una collaborazione, un contratto a termine e un periodo di fermo forzato. Sta di fatto che, in questa vertenza contrattuale, sono stati già fatti 16 giorni di sciopero dei quotidiani senza riflettere sulla strategia per arrivare a un rinnovo in cui rischiamo di doverci solo difendere rispetto alle richieste degli editori, che pretendono più flessibilità volendo anche risparmiare sul costo del lavoro.


Nel frattempo, non si è lanciato neppure un vero e proprio stato di agitazione della categoria per convincere il governo a trascinare al tavolo delle trattative gli editori. Eppure, ogni anno lo Stato italiano sborsa oltre 600 milioni di euro in sovvenzioni all'editoria. E, in diverso modo, tutti i mezzi d’informazione ne usufruiscono. Negli ultimi 40 anni i giornalisti hanno fatto da laboratorio politico e sociale a tutte le innovazioni (belle e brutte) d'Italia. Siamo stati apripista nell'assistenza sanitaria complementare (Casagit), pionieri nella previdenza privata (Inpgi), sperimentatori a partire dal lontano 1987 per la previdenza integrativa (Fpcgi). Nel 1995 i contratti a termine sono fioriti nei giornali quando ancora la Legge Biagi era solo una teoria universitaria. I precari sono stati partoriti proprio dalla nostra categoria.


Se in passato - dopo un periodo da abusivo - si poteva ambire a diventare praticante, oggi questo meccanismo si è inceppato. Nelle redazioni si entra solo su "invito" e guai a non avere un bel documento che attesti la pratica di stagista. I praticanti a tempo indeterminato sembrano diventati una razza in via d'estinzione. Per non parlare del normale turn over nelle redazioni. E, anche ammesso che si riesca ad entrare in una scuola, superato l'esame è un'impresa ciclopica trovare un lavoro (pagato). Il governo intanto discute su come cambiare assetto al sistema dell'editoria. E a parte un formulario in burocratese noi, i diretti interessati, siamo lasciati al margine.


Temiamo che i giochi - sulla nostra pelle - verranno fatti da altri: poi noi dovremo subirne le conseguenze. Se è vero che l'Inpgi ha oltre 16mila iscritti paganti - che ogni mese versano i contributi - è altrettanto vero che i colleghi che lavorano ogni giorno per la magica macchina dell'informazione italiana sono almeno tre volte tanti: di cui molti senza regolare contratto. Il sindacato - dopo tanti giorni di sciopero negli ultimi 2 anni - appare un'entità lontana e ostile. Comunque non attenta ai veri problemi delle redazioni. E intanto i poveri colleghi che si prestano a fare parte dei Cdr - non è un mistero - subiscono vessazioni e attacchi personali dai direttori e dai rappresentanti delle aziende dove lavorano. In alcune testate è diventata un'impresa trovare candidati per rappresentare i colleghi.


Gli editori declamano ai quattro venti lo stato di crisi del settore ma poi sfornano bilanci miliardari a rotta di collo. C'è qualcosa che non va nell'editoria. Di sicuro c'è qualcosa che non funziona nel sindacato. Forse è il caso di cambiare anche le forme di lotta. C'è bisogno di una scossa e d'interrogarci per capire cosa sarà della nostra professione tra 10, 20 o 30 anni. Gli editori i loro calcoli li hanno già fatti. Se non proviamo ad immaginare il nostro futuro rischiamo di essere espulsi o peggio ancora macinati da un meccanismo diabolico.



Vogliamo cambiare il sindacato. Ma vogliamo soprattutto capire cosa i colleghi pensano di questa vertenza. A cosa sono disposti a rinunciare e cosa propongono di fare. Tra tante teste verrà fuori pure una buona idea... Se sei stufo anche tu, leggi il nostro blog: http://quartopotereroma.blogspot.com/. E intervieni proponendo un tema. Se giri questo messaggio ai tuoi colleghi ci farai (e ti farai) un favore

Documento elaborato da Antonio Castro con i colleghi del Coordinamento per la costituzione di Quarto Potere Roma

venerdì 16 marzo 2007

Come nasce Quarto Potere


Siamo un gruppo di giornalisti democratici, alcuni di noi provengono da precedenti esperienze sindacali. Molti sono impegnati nei Comitati di redazione (Cdr).

Nel dicembre 1999 a Milano abbiamo costituito il movimento “Quarto Potere”: le tematiche proposte erano inizialmente l’orgoglio della professione giornalistica, di cui vogliamo riappropriarci; la qualità dell'informazione, che vogliamo difendere; il potere (anche economico) nelle redazioni, che vogliamo riconquistare, tentando di ‘governare’ la flessibilità imposta dagli editori.
Nel 2001, sull'onda della contestazione a un rinnovo del contratto nazionale che sviliva il ruolo dei giornalisti, abbiamo deciso di trasformarci in una componente sindacale e di unire le nostre forze con quelle di altri movimenti (in particolare a Milano e Roma) impegnati a organizzare la riscossa, puntando a costruire una nuova Fnsi e a migliorare l’efficienza di tutti gli organismi di categoria (Ordine, Inpgi, ecc).
Dal 2004 “Quarto Potere” fa parte della maggioranza dell’Associazione lombarda dei giornalisti, la più importante d’Italia come numero d’iscritti e rappresentatività.

Vogliamo essere un nuovo soggetto sindacale che ponga al centro della sua azione il lavoro dei giornalisti. Dobbiamo riappropriarci del nostro ruolo di testimoni indipendenti e liberi, di protagonisti della trasformazione verso una democrazia compiuta, consapevoli del nostro ruolo di cittadini europei attenti e critici. L'informazione non è una merce qualsiasi, ma un bene indispensabile per la democrazia. Occorre ridare all'informazione italiana quella funzione critica e di stimolo che negli ultimi anni è venuta spesso a mancare.

Vogliamo riappropriarci del Quarto Potere, combattere chi vuole trasformare il giornalista in un semplice impiegato. Contrastiamo l'invadenza del marketing, della pubblicità palese e occulta, della politica nel nostro lavoro. Vogliamo anche coinvolgere nel nostro progetto i giornalisti impegnati in uffici stampa, agenzie di pr, comunicazione istituzionale e d’impresa: la deontologia della professione non va dimenticata da chi sceglie, senza commistioni, i vari settori della comunicazione.

Vogliamo aprire con tutti un dialogo, indipendentemente dalle diverse posizioni politiche: pensiamo che un movimento sindacale non debba cercare consenso in base a logiche d'appartenenza politico-partitica, ma su programmi condivisi e obiettivi chiari. Perciò chiediamo che i Cdr, i singoli colleghi “contrattualizzati” e freelance partecipino al dibattito, alla vita e alle iniziative di “Quarto Potere”.

Vogliamo costruire una vasta alleanza sociale che ponga al centro dell’informazione il valore supremo della libertà, contro ogni tentativo di manipolare la stampa nell’interesse di pochi contro tutti.

Per informazioni:
http://www.quartopotere.org

E-mail:
news@quartopotere.org