martedì 21 agosto 2007

LEVI AD ABRUZZO, MAI PARLATO DI ABROGAZIONE ORDINE

Ricardo Franco Levi, sottosegretario alla Presidenze del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, replica a Franco Abruzzo che aveva commentato le sue dichiarazioni pronunicate in dibattito di «Cortina Incontra», dedicato alla crisi dei giornali, affermando di non aver mai parlato di abrogazione dell'ordine dei giornalisti: «A Cortina ho detto che, come dimostrano con chiarezza le esperienze dei diversi paesi, ci può essere grande giornalismo con o senza un ordine professionale. Ho aggiunto che il testo unico dell'editoria per il quale il governo chiederà una delega al Parlamento, si dovrà occupare, nel quadro della sistemazione dell'intera normativa sull'editoria, anche dell'Ordine, ma ho precisato che la riforma dell'Ordine è questione che riguarda e compete innanzitutto ai giornalisti». «Ti sembrano affermazioni scandalose -domanda Levi ad Abruzzo- Dove ci leggi l'annuncio della prossima abolizione dell'Ordine? E dove le trovi in contraddizione con quanto ti ho scritto l'ultima volta? Davvero, credo che abbiamo tutti tanto lavoro da fare e da fare possibilmente insieme. Ma non creando inutili allarmi». Abruzzo prende atto delle parole di Levi e specifica di aver voluto rispondere a quanto riportato delle affermazioni dello stesso Levi in un lancio di agenzia che, scrive, «non riportava le tue parole precise e che io ignoravo». Abruzzo definisce comunque di «ampiezza allarmante» la «delega che il Governo ha chiesto al Parlamento sul piano della 'attuazione delle norme costituzionali in tema di libertà di manifestazione del pensierò» e suggerisce, come «opportuno», un incontro di Levi con Lorenzo Del Boca, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, «anche per sgomberare il terreno dagli equivoci, creati dai documenti curati nel dicembre 2006 dal professor Cheli e dalla stesura del ddl sull'editoria del 3 agosto nella parte in cui trasferisce all'Agcom la registrazione delle testate, togliendola ai Tribunali, norma voluta dai padri costituenti», conclude Abruzzo.

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